50 giorni dopo la Pasqua si festeggia la Pentecoste, che ricorda la discesa dello Spirito Santo tra i discepoli e l’inizio della missione della Chiesa. Quest’anno celebriamola recitando una Novena a Maria che scioglie i nodi.
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Quest’anno la festa di Pentecoste cade il 31 maggio. Si tratta di una festa mobile, la cui data dipende da quando è stata celebrata la Pasqua. Infatti la tradizione vuole che Pentecoste cada esattamente cinquanta giorni dopo la Pasqua.
La Pentecoste cristiana è una delle celebrazioni più importanti per la Chiesa cattolica. Deriva da un’antica festività ebraica, lo Shavuot, la Pentecoste per gli ebrei, che veniva celebrata sette settimane dopo la Pasqua e imponeva un pellegrinaggio a Gerusalemme. Fu proprio per festeggiare lo Shavuot, la Pentecoste ebraica, che i discepoli e gli apostoli si riunirono a Gerusalemme, e fu in quell’occasione che lo Spirito Santo discese dal cielo.
La Pentecoste: si celebra lo Spirito Santo e la nascita della Chiesa
La Pentecoste è una delle festività più importanti…
La Pentecoste è anche una delle ricorrenze religiose in occasione delle quali è consigliabile recitare una Novena, una particolare preghiera che viene rivolta di solito alla Madonna o a un santo per chiedere la sua intercessione per risolvere una questione particolarmente difficile. Per risultare efficace la preghiera deve essere recitata per nove giorni consecutivi. Quest’anno, alla luce dei recenti avvenimenti, ci sembra giusto proporre una Novena dedicata a Maria che scioglie i nodi, colei che offre il suo aiuto per districare i tanti nodi della vita, soprattutto quelli più ingarbugliati.
Le origini e il significato della Pentecoste
Cos’è la Pentecoste? Abbiamo accennato a come, in origine, la Pentecoste coincidesse con lo Shavuot, la Festa delle Settimane. Il termine Pentecoste viene dal greco antico e significa cinquantesimo giorno. Infatti questa festa cadeva 50 giorni dopo Pesach, la Pasqua ebraica. Si trattava di una delle tre feste (le altre due erano Pesach e Sukkòth) in occasione delle quali bisognava recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme portando due pagnotte in offerta al Tempio. Lo Shavuot era infatti una festa legata alla terra e al raccolto. Infatti è chiamata anche “Festa della mietitura” o “Festa delle primizie”, e costituiva un momento di grande gioia.
Ma lo Shavuot celebra anche la gioia per il dono dei Dieci Comandamenti a Mosè e la scelta da parte del popolo ebreo, di seguirli ed obbedire ad essi.
I dieci comandamenti
I Dieci Comandamenti sono le regole impresse sulle Tavole della Legge che secondo la tradizione Mosè ricevette da Dio…
Anche gli apostoli e i discepoli di Gesù festeggiavano questa ricorrenza.
Negli Atti degli Apostoli (Atti degli Apostoli 2,1-11) si legge che il giorno di Pentecoste si ritrovavano tutti insieme nello stesso luogo. Secondo gli Atti l’Ascensione al cielo di Gesù era avvenuta solo pochi giorni prima, 40 giorni dopo la Risurrezione, mentre secondo il Vangelo di Luca aveva avuto luogo il giorno stesso della Risurrezione. Dopo l’Ascensione di Gesù al cielo la Madonna e gli Apostoli si erano dunque ritrovati a pregare insieme. A un certo punto la quiete del giorno venne scossa da un fragore assordante, e lingue di fuoco scesero dal cielo a lambire il capo di tutti i presenti, che improvvisamente iniziarono a parlare in tutte le lingue del mondo, tanto che coloro che erano accorsi udendo il frastuono riconobbero ciascuno la propria. A quella folla, turbata e stupita da quel prodigio, Pietro disse che era stato Gesù, “Signore e Messia”, resuscitato dal regno dei morti e asceso al cielo, a compiere quel miracolo. Molti si convertirono all’istante e chiesero di essere battezzati. Anche Mattia, l’apostolo che aveva sostituito Giuda Iscariota tra i Dodici prescelti, era presente e lo Spirito Santo scese anche su di lui, investendolo della capacità di portare la Parola di Dio ovunque.
Quella folla raccolta intorno agli Apostoli che raccontavano della vita di Gesù, dei suoi prodigi, della sua grandezza, della sua morte e resurrezione, fu il primo nucleo della Chiesa cattolica, scaturito per opera dello Spirito Santo disceso in forma di fuoco a donare l’eloquenza ai discepoli di Gesù.
Lo spirito santo: cos’è e cosa rappresenta
Lo Spirito Santo è considerato la Terza Persona della Santissima Trinità. La sostanza divina, che è una, si manifesta in tre diverse emanazioni, che tuttavia sono tutte assimilabili alla stessa sostanza. Questo processo si chiama ipòstasi, dal greco hypostasis, “essere sussistente”, “sostanza”.
Il Mistero trinitario è composto dunque da Dio Padre, Dio Figlio e Spirito Santo Dio, come recita il Credo niceno-costantinopolitano: ” Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre (e dal Figlio), e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.”
Questa formula di fede venne formulata durante il primo concilio di Nicea (325) e poi elaborata nelle parti relative allo Spirito Santo nel primo concilio di Costantinopoli.
Santissima Trinità: significato e rappresentazione iconografica
Il concetto di Trinità riassume la dottrina della chiesa cattolica: Dio è Uno e Unico, e tuttavia in lui coesistono tre Persone uguali e distinte.
Nella Bibbia lo Spirito Santo appare in diverse forme:
- Acqua, simbolo di nuova vita (acqua scaturita dalla roccia per salvare il popolo ebraico, Spirito Santo nel battesimo);
- Fuoco, simbolo del potere dello Spirito di trasformare le cose e infondere sapienza (per esempio nella Pentecoste),
- Vento, simbolo del “soffio” divino (sempre nella Pentecoste),
- Nube e luce (durante l’incontro con Mosè sul monte Sinai, nell’Annunciazione di Maria, nella Trasfigurazione di Gesù, nell’Ascensione di Gesù al cielo);
- Sigillo, legato al simbolo dell’unzione;
- Mano. Con l’imposizione delle mani il Sacerdote invoca la discesa dello Spirito Santo e la benedizione di Dio su un fedele;
- Dito di Dio (potenza di Dio che ha scolpito i dieci comandamenti. Con un gesto ammonitore del dito Gesù scacciava i demoni);
- Colomba, durante il battesimo di Gesù.
Nell’Antico Testamento lo Spirito Santo è menzionato fin dalla Genesi come elemento creante nell’ambito della Creazione. Lo Spirito è anche generante, e così è definito così il soffio vitale con cui Dio infonde la vita nel creato, rinnovandola e mutandola nel tempo. In seguito lo Spirito Santo verrà investito anche di una funzione conducente, perché diventerà la guida e lo sprone per re, profeti e interi popoli che si muoveranno spinti da esso in nome di Dio.
Nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo si rivela pienamente. Esso accompagna Gesù fin dal Suo concepimento: “Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.” (Luca 1,34-35)
Apparirà poi durante il Suo Battesimo, sotto forma di colomba che scende dal cielo e parla con la voce di Dio: “Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto»”. (Matteo 3:16-17)
Lo Spirito Santo accompagnerà molti dei miracoli di Gesù, soprattutto quelli legati a guarigioni miracolose e alla liberazione di uomini e donne posseduti.
“Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio”. (Matteo 12:28)
“Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: «Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti»”. (Matteo 12,15-18)
Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo». (Marco 3,22-30)
Al momento della morte, secondo tutti i Vangeli: “Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito.” (Marco 15,37)
Successivamente alla morte e Ascensione al cielo di Gesù, lo Spirito Santo tornerà appunto per Pentecoste, scendendo dal cielo in forma di lingue di fuoco che si divisero e si posarono sui discepoli e Maria, donando loro la facoltà di predicare il Vangelo in lingue prima sconosciute.
Dobbiamo ricordare che Gesù stesso aveva incoraggiato i suoi discepoli a pregare dopo la sua morte perché lo Spirito Santo discendesse su di loro:
“In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:«26 Quando verrà il Paràclito (termine con cui nel Vangelo secondo Giovanni si indica lo Spirito Santo), che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27 e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.»” (Gv 15,26-27; 16,12-15)
Secondo la dottrina cristiana, lo Spirito Santo porta sette doni a chi lo accoglie in sé ed è in stato di grazia. Chi possiede la virtù della Carità è già in possesso anche di tutti e 7 i doni. Questi doni non sono necessariamente connessi con la Santità, ma sono necessari alla salvezza.
Eccoli:
- sapienza;
- intelletto;
- consiglio;
- fortezza;
- scienza;
- pietà;
- timore di Dio.
San Paolo invece elencò nove frutti dello Spirito Santo, pronti a germogliare in chi fosse disposto ad accoglierlo in sé: “Il frutto dello Spirito invece è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo.” (Galati 5,22)
La Preghiera a Maria che scioglie i nodi in attesa della Pentecoste
La Pentecoste è dunque l’occasione ideale per recitare la Novena a Maria che scioglie i nodi.
Dopo l’Ascensione di Gesù al cielo la Madonna e gli Apostoli pregarono insieme per nove giorni, fino a Pentecoste, quando infine lo Spirito Santo discese su di loro. Da qui nasce probabilmente l’usanza delle Novena, particolarmente preziosa per chi versa in una situazione di affanno e sofferenza per sé o per qualcuno che ama.
La Novena a Maria che scioglie i nodi
La Novena è una forma devozionale cristiana che solitamente viene praticata in vista di una ricorrenza religiosa…
Il fine per cui viene recitata questa Novena è quello di ottenere aiuto dalla Madonna per sciogliere un particolare “nodo” che genera affanno e sofferenza. Occorre recitarla per nove giorni consecutivi, pregando con umiltà e con assoluta fiducia, e “pregare sempre senza stancarsi” (Lc 18,1), come diceva di fare Gesù.
La devozione a Maria che scioglie i nodi è stata in larga misura diffusa dal cardinale Bergoglio, oggi Papa Francesco. La prima Novena a Maria che scioglie i nodi fu scritta nel 1998 da un sacerdote di Buenos Aires Juan Ramón Celeiro. Nel 2008 questa devozione l’imprimatur dall’arcivescovato di Parigi, ovvero il consenso dell’autorità ecclesiastica richiesto per validare opere attinenti alla religione.
Oggi la Novena è recitata in tutto il mondo e ne esistono molte versioni. Eccone una:
Vergine Maria, Madre del bell’Amore,
Madre che non ha mai abbandonato un figliolo che grida aiuto,
Madre le cui mani lavorano senza sosta per i suoi figlioli tanto amati,
perché sono spinte dall’amore divino e dall’infinita misericordia
che esce dal Tuo cuore volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione.
Guarda il cumulo di “nodi” della mia vita.
Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore.
Sai quanto mi paralizzano questi nodi Maria,
Madre incaricata da Dio di sciogliere i “nodi” della vita dei tuoi figlioli,
ripongo il nastro della mia vita nelle tue mani.
Nelle tue mani non c’è un “nodo” che non sia sciolto.
Madre Onnipotente, con la grazia e il tuo potere d’intercessione presso tuo Figlio Gesù,
mio Salvatore, ricevi oggi questo “nodo” (nominarlo se possibile…).
Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre.
Spero in Te. Sei l’unica consolatrice che Dio mi ha dato.
Sei la fortezza delle mie forze precarie, la ricchezza delle mie miserie,
la liberazione di tutto ciò che mi impedisce di essere con Cristo.
Accogli il mio richiamo.
Preservami, guidami proteggimi, sii il mio rifugio.
Amen
Cosa simboleggiano i nodi di Maria
I “nodi” per i quali invochiamo Maria possono essere tutti quei problemi che ci affliggono, a volte anche per anni, e che non riusciamo a risolvere. Incomprensioni e violenze all’interno della famiglia, figli problematici, malati, crisi matrimoniali, ma anche dipendenze pericolose, come l’alcolismo e la tossicodipendenza, o il vizio del gioco.
E poi malattie incurabili, depressione, disoccupazione, ma anche rancore, senza di colpa, sentimenti negativi che avvelenano l’anima.
Questa Madonna gentile, raffigurata con un nastro tra le mani pieno di nodi che le sue dita sciolgono, accetta i nodi di chi si rivolge a lei con spirito sincero e speranza, con la promessa di far cessare il dolore.