Come pulire le icone antiche e conservarle al meglio - Holyblog

Come pulire le icone antiche e conservarle al meglio

Come pulire le icone antiche e conservarle al meglio

Icone sacre, creazioni artistiche impregnate di una sacralità antica che trascende i secoli. Scopriamo come pulire le icone antiche e come conservarle nel migliore dei modi.

Dedicare un articolo a come pulire le icone antiche è per noi di Holyart una conseguenza imprescindibile dell’amore che portiamo per questa straordinaria forma d’arte. La bellezza e la sacralità delle icone antiche sono già state soggetto di diversi articoli da noi pubblicati, alcuni generici, sulla storia di quest’ arte secolare, altri dedicati in particolare alle icone russe antiche, o alle icone greche, diverse per tecniche, soggetti e storia, ma accomunate dalla medesima eccellenza, dal valore unico.

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Le icone antiche sono state realizzate da artisti in grado di concentrare in un’unica immagine spesso di piccole dimensioni, il racconto di episodi evangelici e l’espressione di messaggi spirituali di rara profondità. Non a caso abbiamo definito l’autore di icone uno scrittore, più che un pittore, perché al di là del valore squisitamente estetico della sua opera, ciò che la rende preziosa e speciale è proprio a capacità di raccontare con singoli dettagli apparentemente casuali una storia complessa e articolata di fede.

L’icona sacra trascende la materia di cui è composta, il legno che le fa da supporto, soprattutto tiglio, faggio o abete lavorati appositamente, sul quale viene disteso un telo di lino. Trascende i colori, ottenuti con pigmenti naturali, sciolti con tuorlo d’uovo, e le dorature in foglia d’oro levigate con pietra d’agata.

Tutto nell’icona antica è simbolo: il materiale, le vernici, l’uso dei colori, che vanno dal più scuro al più chiaro, per evocare il cammino verso la luce. Contemplare un’icona antica è un’esperienza spirituale paragonabile solo al realizzarne una, tanto ciascuna di esse risulta essere frutto di una missione teologica, prima ancora che artistica.

Ecco perché, se abbiamo la fortuna di possederne una, dobbiamo essere in grado di prendercene cura al meglio delle nostre possibilità. E qualora ciò non fosse sufficiente, è bene sapere a chi ci si può rivolgere per la cura delle proprie icone sacre.

Come pulire le icone antiche

La pulitura di un quadro, un affresco o un’icona, come nel nostro caso, è un’operazione delicatissima e molto, molto rischiosa. Basta infatti commettere un errore minimo per rovinare in modo irreparabile un’opera d’arte. In passato chi si occupava di pulire i dipinti antichi utilizzava spesso agenti chimici molto aggressivi, come la soda caustica, che se da un lato eliminava in modo efficacia polvere, fuliggine, fumo, e così via, dall’altra privava anche il dipinto delle preziose velature stese dall’artista per dare profondità ai colori.

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Col tempo ci si è resi conto che pulire un’opera d’arte, così come restaurarla, richiede interventi selettivi, mirati alle varie zone dell’opera stessa. Interventi che tengano conto delle diverse stesure di vernice, degli strati di colore sovrapposti, e ovviamente, in prima istanza, del tipo di supporto e del tipo di colore. Lavare un dipinto a tempera con acqua e sapone, per esempio, equivale a perderlo completamente, dal momento che la tempera si diluisce in acqua anche a distanza di molto, molto tempo. E i colori delle icone antiche sono, appunto, colori a tempera!

In generale l’acqua va evitata, anche per gli altri tipi di colore, anche nel caso frequente in cui sia stato usato un fissante o della lacca per fissare i pigmenti. Il liquido tenderà comunque a scioglierli. Se poi la vernice finale, o vernicetta, non è stata applicata, i pericoli si moltiplicano. Fanno eccezione alla proibizione della pulitura con acqua i quadri realizzati con pittura a olio e quelli dotati di vernice finale. Ma non è certo il caso delle nostre icone antiche!

Premesso dunque che per i quadri antichi e di valore è meglio chiedere l’intervento di un restauratore professionista, come bisogna fare dunque per pulire le icone antiche? Come per tutti i dipinti occorre fare piccole prove di pulitura, applicando dosi minime di un solvente delicato in zone circoscritte del dipinto. Il solvente viene applicato con un tamponcino o con un po’di cotone fissato su una pinzetta, sfregando nel verso della pennellata. Con un altro tamponcino imbevuto di un altro solvente capace di combattere il primo, dobbiamo essere prontissimi a intervenire per fermare eventuali danni. Solo una volta che saremo sicuri dell’effetto del solvente sugli strati pittorici potremo procedere, sempre con cautela, alla nostra pulizia.

Nella pulitura delle icone, poi, bisogna considerare che in molti casi questo genere di dipinto veniva ritoccato e riverniciato più volte. Per restituire freschezza e vividezza ai colori sarà necessario alleggerire lo strato di vernice protettiva steso alla fine con un’opera di sverniciatura che restituirà profondità all’opera e la trasparenza alle velature.

Anche la sverniciatura della pellicola protettiva deve avvenire con molta delicatezza, provando a sfregare nei diversi punti del dipinto un tamponcino impregnato con un solvente molto debole, per vedere cosa succede. La sverniciatura completa è da evitare, a meno che l’icona non mostri segni importanti di usura o sia del tutto priva di vernice protettiva in zone vaste. Anche l’ossidazione della vernice o impurità incrostate in profondità potranno rendere necessaria questa operazione delicatissima ed estrema.

In alcuni casi sarà necessario intervenire anche con una pulitura meccanica, se la sporcizia è particolarmente coriacea. Ma anche in questo caso meglio rivolgersi a un esperto, piuttosto che fare danni.

Ancora, nel caso delle icone antiche è necessario pulire anche il legno che funge da supporto all’icona stessa. Prima di mettersi al lavoro il resto dell’icona, però, è importante proteggere la parte dipinta con la velinatura, incollando un foglio di carta giapponese alla pittura con una vernice cerosa facilmente eliminabile con solventi delicati. L’operazione di pulizia dovrà tener conto del colore del supporto originale, e dunque dovrà essere svolta con strumenti adeguati, come pennelli morbidi e tamponi imbevuti di acqua e ammoniaca al 3%. L’acqua ossigenata molto diluita schiarisce eventuali macchie più scure dovute a interventi precedenti. L’acqua minerale e la trielina in piccole dosi sciolgono resine e cera.

A chi rivolgersi per la cura delle icone antiche

Occuparsi di un’opera d’arte non è semplicemente una questione di abilità manuale, o di possedere nozioni tecniche comprovate. Il restauratore, o anche solo chi si trova a ripulire un quadro o un qualsiasi oggetto antico deve possedere anche la sensibilità necessaria per saper cogliere lo spirito originario dell’opera, saper scorgere dietro lo sporco e i danni del tempo l’intenzione originaria dell’artista.

Nel caso delle icone antiche la faccenda si complica ulteriormente. Oltre alla sensibilità artistica e al senso estetico, è indispensabile possedere una forte spiritualità, che sappia penetrare nell’opera e restituirne il valore trascendente. Quello che è vero per qualsiasi dipinto, ovvero che il restauratore deve essere rispettoso riguardo all’intenzione artistica dell’autore, per le icone antiche lo è ancora di più.

Dunque occorrerà trovare un professionista esperto nella materia, un fine conoscitore della poetica di queste opere meravigliose, che possegga anche la perizia tecnica per approcciarsi ad esse con assoluto rispetto e reverenza.

Il restauratore dovrà poi intervenire unicamente sulle zone sporche o rovinate, senza toccare le parti sane, e utilizzando prodotti adeguati per il restauro, scelti in seguito a un’attenta analisi dell’icona stessa e della tecnica con cui è stata realizzata. Dovrà dunque tener conto del tipo di legno utilizzato per il supporto, della colla, della vernice protettiva stesa alla fine, in modo da poter scegliere il solvente più adatto per intervenire su di essa.

Oltre alla già citata pulitura del legno, il restauratore dovrà occuparsi di eventuali spaccature della tavola, che dovranno essere risolte con l’inserimento di tasselli che rispettino lo stesso tipo di legno e di stagionatura. Occorrerà rivolgersi a un falegname esperto per avere tasselli con la forma e la misura giusti. I tasselli dovranno poi essere inseriti e incollati con colla vinilica o colla di caseina, che verrà lasciata essiccare e poi tolta se in eccesso e levigata con carta abrasiva. Il restauratore dovrà poi agire sulle zone danneggiate dai tarli utilizzando resine acriliche per rinforzare il legno. Procederà quindi ad applicare una sostanza disinfettante che prevenga nuove aggressioni da parte di insetti, muffe e funghi.

Importantissima sarà poi l’indagine sui colori usati, tempera, il più delle volte, ma anche olio nelle icone più moderne. Anche per effettuare eventuali ritocchi nella colorazione dovrà attenersi rigorosamente allo stesso tipo di color originali. Prima di procedere ai ritocchi veri e propri, però, il bravo restauratore tenterà di incollare con una colla apposita, la colletta, le scaglie di pigmento che si sono sollevate o staccate dal dipinto.

Il ritocco pittorico vero e proprio verrà attuato solo su zone minime del dipinto, e solo dopo aver steso una stuccatura fatta con colletta o comunque colla animale, che serve a creare uno strato pari laddove la mancanza di colore abbia creato dislivelli sulla pellicola pittorica. Una volta effettuata la stuccatura il restauratore stenderà una base di tempera più chiara del colore da ritoccare, e poi procederà con velature sovrapposte e progressive di colori a vernice, cercando di uniformare il più possibile la zona ritoccata con tutto il resto.

Come conservare le icone antiche

Conservare un’icona antica nel migliore dei modi non è un’operazione banale. La buona conservazione di queste opere è determinata da diversi fattori, alcuni legati alla costruzione dell’opera stessa, come il tipo di legno usato per il supporto, la sua stagionatura, altri dalle condizioni ambientali in cui l’icona viene tenuta.

Per quanto riguarda il legno sarà opportuno controllare con una certa frequenza il retro dell’icona e tenere d’occhio eventuali segni di disgiunzione delle assi che compongono la tavola e le traverse, oltre a tracce di umidità, muffa o danni portati da tarli e altri insetti.

Una delle prime precauzioni da adottare per proteggere la nostra icona antica è posizionarla lontano dai raggi diretti del sole, ma anche da qualsiasi altra fonte di calore, come termosifoni, stufe e camini. Il calore eccessivo è infatti nemico della pittura, e può anche portare a un progressivo deformarsi del legno che costituisce la tavola e le traverse di supporto dell’icona.

Sarà invece importante far prendere aria all’icona, aprendo le finestre e mantenendo l’aria nella stanza pulita e pura, anche preservare l’attacco da parte di insetti dannosi, primi fra tutti i tarli.

Nello stesso tempo, però, dovrà essere nostra cura preservarla dall’inquinamento atmosferico e dalla polvere, dunque evitiamo di posizionarla in una stanza con finestre che danno su una strada trafficata, se possibile.