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Donne e religione: il significato del velo

Donne e religione: il significato del velo

La tradizione di indossare il velo attraversa la storia sociale e spirituale dell’umanità. Ecco come si è sviluppata nel tempo

Si sente parlare spesso del velo indossato per scelta od obbligo dalle donne mussulmane. Negli ultimi anni questa questione è diventata oggetto di dibattiti e controversie. Per il mondo occidentale il velo è visto come un simbolo di oppressione e limitazione della libertà personale, mentre in altre culture è proprio una rivendicazione di questa libertà. Le donne islamiche possono scegliere di indossare il velo per motivi religiosi o culturali, e questo le pone assurdamente di fronte a discriminazioni e stereotipi negativi. Ma forse non tutti ricordano che il velo non appartiene solo alla religione islamica nelle sue manifestazioni più o meno estremiste. Se è vero che nel Corano si legge che le credenti, per dimostrare la propria castità, devono abbassare lo sguardo e nascondere i propri ornamenti con un velo a tutti, fuorché al marito, al padre, e a una serie di parenti prossimi, oltre che ai servitori di casa, anche la religione cristiana ha le sue regole riguardo al velo che le donne dovrebbero indossare in pubblico e soprattutto durante le cerimonie religiose.

Fu San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, a scrivere:

3 Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. 5 Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. 6 Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. 7 L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo.” (1 Corinzi 11,3-7)

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Il velo rappresentava e rappresenta per le donne cristiane un simbolo di umiltà verso Dio, ma anche di modestia verso l’uomo, oltre che di devozione e rispetto. Ancora oggi le suore lo indossano, per esprimere la propria consacrazione, ma anche umiltà e dedizione totale a Dio, ma si ricollegano anche all’antichità, quando le donne che volevano accedere al tempio dovevano necessariamente avere il capo coperto. Per secoli il velo femminile ha avuto un ruolo preponderante anche nella tradizione cristiana, come simbolo di purezza, pudore, umiltà e dedizione a Dio. Solo con il Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962 – 8 dicembre 1965) il velo cristiano ha smesso di essere obbligatorio. Oggi viene ancora utilizzato per scelta, come segno di devozione o rispetto.

Insomma, il velo è un indumento ricco di significati storici, e non solo per il rapporto tra donne e religione. Anche restando solo nel contesto storico italiano, ha avuto molteplici significati nel corso del tempo, legati a matrimoni, lutto o tradizioni popolari e aristocratiche. Vediamo quale è stata la sua evoluzione nei secoli e come e quando viene ancora utilizzato oggi.

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Cosa rappresenta il velo?

L’uso del velo in ambito sociale e religioso è documentato fin dall’antichità, e non si trattava di un elemento riservato alle donne. Nella tradizione romana e giudaica anche i sacerdoti maschi erano tenuti a coprirsi il capo durante le cerimonie religiose, in segno di rispetto e riverenza verso le divinità. Nella tradizione ebraica, i sacerdoti dovevano indossare abiti specifici, tra cui un turbante o un copricapo, come parte dei loro paramenti sacri. Secondo la legge mosaica, il Sommo Sacerdote e gli altri sacerdoti erano obbligati a indossare abiti speciali, che includevano copricapi, per svolgere correttamente le loro funzioni nel Tempio. Anche i sacerdoti romani indossavano un copricapo durante i riti sacri.

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Ma ci sono tracce molto più antiche dell’uso del velo, risalenti anche alla civiltà assira. Il Codice di Hammurabi, scritto intorno al 1760-1750 a.C., contiene riferimenti all’obbligo per le donne di coprirsi il capo in segno di umiltà e sottomissione alla divinità, e da questa imposizione le leggi assire dei secoli successivi derivarono la tradizione secondo cui le donne sposate e vedove dovevano indossare il velo in pubblico, come simbolo di sottomissione e distinzione sociale. Anche negli Harem dei re assiri le donne dovevano coprire sia il volto sia il corpo per sottolineare la propria condizione sociale e rivendicare la necessità di protezione.

In generale, nelle civiltà antiche il velo era indossato dalle donne per proteggersi da sguardi indiscreti e per rappresentare la loro castità. Le spose dell’antica Roma durante la cerimonia nuziale si coprivano con il flammeum, un velo rosso, giallo o arancione simbolo di protezione e buon auspicio. La scelta di questi colori richiamava le fiamme del fuoco, sacro alla dea Vesta, protettrice del focolare domestico.

Ancora oggi il velo è un simbolo di femminilità e identità culturale. In molte culture il velo rappresenta un modo per esprimere la propria fede e appartenenza a una comunità. Con l’espansione dell’Islam, l’uso del velo si è diffuso ulteriormente, assumendo forme diverse, dall’hijab, che copre solo capo e capelli, al burqa, che nasconde integralmente il corpo e il volto, ognuna con significati specifici legati alla modestia e alla spiritualità.

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Perché si portava il velo in chiesa?

Con l’arrivo del Cristianesimo, il velo ha acquisito ulteriori significati. Abbiamo già visto come San Paolo abbia scritto riguardo la necessità che le donne si dovessero coprire il capo durante la preghiera e per rispettare l’autorità maschile. In generale, in ambito cristiano, il velo diventa simbolo di modestia e rispetto nei confronti di Dio e della comunità. Le donne cristiane iniziarono a indossare il velo come segno di devozione e sottomissione, un’usanza che perdura ancora oggi tra le suore, le quali lo indossano come espressione della loro consacrazione a Cristo. Indossare il velo rappresenta un atto di reverenza nei confronti di Dio e del luogo sacro. È un segno di umiltà che ricorda ai fedeli che stanno entrando nella Casa di Dio, dove si celebra la Messa e si rende omaggio al Sacro. Proprio come gli uomini si tolgono il cappello, le donne indossano il velo per manifestare la loro sottomissione e il loro rispetto verso Dio durante la liturgia.

Sposarsi in chiesa senza velo è una scelta sempre più comune e accettata, anche se tradizionalmente il velo da sposa è stato considerato un simbolo di purezza e modestia. Oggi indossare il velo in chiesa non è un obbligo. È visto più come un accessorio che può essere scelto liberamente dalla sposa. Molte donne oggi decidono di non indossarlo, preferendo stili più moderni o personali.

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Perché la Madonna ha il velo azzurro?

La Madonna è frequentemente rappresentata con un velo azzurro per diversi motivi simbolici e culturali che si sono sviluppati nel corso della storia dell’arte cristiana. Tradizionalmente il colore blu associato alla purezza e alla santità. Rappresentando Maria in blu, si sottolinea la sua immacolata purezza e il suo status di Madre di Dio. Il blu è anche un simbolo di regalità. Nella tradizione cristiana, Maria è considerata la Regina del Cielo, e il blu del suo velo rappresenta questa dignità regale.

L’uso del blu nelle rappresentazioni della Vergine Maria risale al Medioevo, quando venivano utilizzati pigmenti costosi come il lapislazzuli per dipingere opere sacre. Questo pigmento era difficile da ottenere e quindi molto prezioso. Anche questa difficoltà a reperirlo fece sì che il blu divenisse un colore associato a soggetti di grande importanza spirituale.

Nella cattedrale di Chartres, in Francia, è custodito il Velo della Madonna, una delle reliquie più venerate della cristianità. Secondo la tradizione, questo velo sarebbe stato indossato dalla Vergine Maria durante il parto di Gesù e anche ai piedi della Croce. Nei secoli è stato protagonista di eventi straordinari e oggetto di grande devozione popolare.
Il velo fu portato a Chartres nell’876 d.C. dall’imperatore Carlo il Calvo, dopo essere stato trasferito da Gerusalemme a Costantinopoli. Da allora la cattedrale è diventata un importante centro di pellegrinaggio.
Attualmente, il velo è conservato in un reliquiario d’oro accanto all’altare maggiore. Si stima che sia lungo più di sei metri e di origine siriana, risalente al I secolo d.C.. La reliquia ha subito diversi eventi storici, inclusi incendi e saccheggi, ma ha sempre protetto miracolosamente la città e i suoi abitanti. Il velo custodito a Chartres non è blu, ma forse non è un caso se la cattedrale è diventata famosa anche grazie alle sue straordinarie vetrate del XIII secolo, celebri per il loro particolare e unico colore blu, noto come blu di Chartres.

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