La chiesa non ha una posizione teologica precisa riguardo a cosa succede ai bambini non battezzati, ma la dottrina ci spinge a confidare nell’infinta misericordia di Dio e nella sua promessa di salvezza e redenzione per tutti
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Cosa succede ai bambini non battezzati? Oggi più che mai questa domanda, di per sé già crudele, perché sottintende la morte di una piccola creatura, è attuale. Se un tempo era quasi scontato che una coppia di genitori facesse battezzare il proprio figlio poco dopo la nascita, oggi non è più così ovvio. La morale umana è cambiata, il mondo moderno sembra costruito apposta per alimentare dubbi e incertezze, o solo un’esasperata volontà di affermazione personale, che coinvolge anche la sfera religiosa. Così molte coppie giovani preferiscono aspettare, lasciare che il bambino, crescendo, decida se aderire o meno alla Chiesa. Una scelta di libertà, senza dubbio, ma che priva il piccolo della possibilità di essere salvato, qualora, tragicamente, la sua esistenza venga interrotta anzitempo.
Ci sono poi quei bambini che muoiono appena nati, senza che ci sia il tempo materiale per impartire loro il Battesimo.
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La morte di un bambino è sempre stata considerata una tragedia, qualcosa di contronatura, fin dall’antichità. Ancora più terribile, per i genitori, immaginare che la loro creatura non meritasse il Paradiso, con la contemplazione di Dio, solo perché morta senza essere battezzata. Un castigo spaventoso per un innocente senza colpa! Nel Medioevo si cercò di attenuare questo dolore ricorrendo al limbo (limbus infantium), uno stato intermedio dell’esistenza dove le anime dei bambini non battezzati andavano dopo la morte. Il limbo viene quindi inteso come uno stato intermedio di felicità naturale, dove le anime sperimentano una condizione di benessere, ma senza la piena comunione con Dio. Questa idea cercava di conciliare il giudizio di Dio riguardo al Peccato Originale, con la sua misericordia, offrendo una soluzione al dilemma teologico riguardante i bambini non battezzati.
La Chiesa non ha mai riconosciuto il limbo come dottrina ufficiale, ma per secoli esso è stato la sola speranza e conforto per chi si vedeva strappato un figlio prima di poterlo battezzare. Infatti, sebbene le anime del Limbo non possano ascendere a Dio, tuttavia vivono in uno stato di perpetua felicità, perché, così come non sono state battezzate, così non hanno potuto peccare.
Ancora nel 1992 non esiste nel Catechismo della Chiesa Cattolica una definizione precisa di cosa succede ai bambini non battezzati.
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È importante sottolineare che il concetto di limbo non è mai stato definito come dogma ufficiale dalla Chiesa Cattolica, ed è stato gradualmente messo da parte, col passare dei secoli. Oggi, la Chiesa affida i bambini morti senza Battesimo alla misericordia di Dio, esprimendo la speranza che esista per loro una via di salvezza. Questa prospettiva riflette una maggiore enfasi sulla misericordia divina e sulla volontà salvifica universale di Dio.
Nel 2007, la Commissione Teologica Internazionale ha elaborato un documento intitolato La speranza di salvezza per i bambini che muoiono senza Battesimo. In questo documento, si afferma che esiste una ragionevole speranza che questi bambini siano accolti nella misericordia di Dio e possano godere della vita eterna in cielo. Questo documento è stato poi pubblicato, previa autorizzazione di Papa Benedetto XVI.
Il cambiamento di atteggiamento e pratica riguardo a cosa succede ai bambini non battezzati riflette una comprensione più profonda della misericordia divina e una maggiore sensibilità pastorale verso il dolore e la sofferenza delle famiglie. Sebbene alcune pratiche tradizionali possano ancora esistere, la Chiesa si sforza di rispondere con compassione e speranza alla luce delle attuali comprensioni teologiche.
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Cosa succede ai bambini non battezzati?
Un adulto, dotato di ragione e libertà di scelta, può decidere in che direzione volgere i propri passi, ed è responsabile del proprio destino. Un bambino non può decidere per sé. Ma come possiamo credere che Dio, buono e misericordioso, rifiuti a delle creature innocenti la salvezza e la vita eterna? Sfortunatamente non si può prescindere dal peccato originale, dal fatto che esso comporta uno stato di separazione da Cristo, per la quale il Battesimo è la sola soluzione.
A questo punto la Chiesa si trova davanti a un bivio teologico: credere che Dio è buono e misericordioso e non permetterebbe mai a dei bambini di essere esclusi dalla salvezza, o credere che, per chi muore nel Peccato Originale, non ci sia speranza di redenzione?
La Chiesa contempla per esempio la festa dei Santi Innocenti, una ricorrenza religiosa cristiana che si celebra il 28 dicembre per commemorare i bambini maschi di Betlemme che furono uccisi per ordine del re Erode, secondo il racconto del Vangelo di Matteo (Matteo 2:16-18). Questi bambini, noti come i Santi Innocenti, furono considerati i primi martiri cristiani, poiché morirono al posto di Gesù, che Erode cercava di eliminare temendo potesse minacciare il suo regno. La ricorrenza sottolinea l’importanza della protezione dell’infanzia e l’ingiustizia di coloro che soffrono a causa della violenza e dell’oppressione. Ebbene, i piccoli Santi Innocenti vengono venerati come martiri, nonostante non siano stati battezzati, perché sono stati sacrificati in nome di Cristo.
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Come coniugare queste verità?
Per cercare di definire dove vanno i bambini non battezzati alla luce di queste riflessioni, la Chiesa riafferma il primato di Cristo, morto e risorto per la salvezza di tutti, simbolo dell’amore di Dio e della sua volontà di redimere tutti i suoi figli. Questo dovrebbe valere ben di più del peccato di Adamo!
Dove vanno i bambini morti non battezzati?
Per quanto riguarda i funerali per i bambini morti senza Battesimo, il Messale Romano del 1970 ha introdotto una messa funebre specifica per i bambini non battezzati non per volontà dei genitori, ma perché è mancato il tempo per impartire loro il Battesimo. Anche questo rito funebre è incentrato sull’idea che la misericordia di Dio, la sua ferma volontà di salvare tutti, e la tenerezza riservata da Gesù ai piccoli e agli innocenti rappresentano già una garanzia di salvezza. Dunque è impossibile pensare che i bambini vadano in Purgatorio, o peggio all’Inferno!
Si può battezzare un bambino nato morto?
No, secondo la dottrina della Chiesa Cattolica, un bambino nato morto non può essere battezzato. È necessario che ci sia vita per ricevere la grazia sacramentale. I genitori o i familiari possono tuttavia pregare per l’anima del bambino e affidarlo alla cura amorevole di Dio, nella speranza che egli accolga il bambino nella sua misericordia e amore, com’è nella speranza della Chiesa, che confida nella sua infinita giustizia e misericordia.
Preghiera per i bambini non battezzati
Sono molte le preghiere create per i bambini non battezzati, soprattutto per arrecare conforto ai genitori e ai famigliari, aiutarli a trovare pace e sollievo in un momento di grande dolore, sostenendoli con la speranza e la fede nella misericordia di Dio. Con queste preghiere si richiede l’accoglienza delle anime dei bambini non battezzati nella grazia e nella salvezza eterne, confidando che Dio possa concedere loro la pace e si esprime la fiducia nella infinita misericordia di Dio e nella Sua capacità di salvare anche coloro che non hanno ricevuto il Battesimo.
Perché i bambini non battezzati non possono entrare nel cimitero?
Tradizionalmente, la Chiesa Cattolica ha insegnato che il Battesimo è necessario per la salvezza, e quindi i bambini che muoiono senza essere stati battezzati non possono entrare nel Paradiso. Questa dottrina ha portato, in passato, a una distinzione tra i luoghi di sepoltura dei battezzati e dei non battezzati. I bambini non battezzati venivano spesso sepolti in luoghi separati, come nei cimiteri non consacrati, o addirittura in terreni non sacri, come una sorta di “limbo” simbolico.
Negli ultimi decenni, la Chiesa ha adottato un approccio più inclusivo e compassionevole.
La Chiesa afferma che solo Dio conosce e giudica le condizioni delle anime e ha sottolineato la sua infinita misericordia. Questo ha portato a una maggiore apertura verso i bambini non battezzati, affidati alla misericordia divina piuttosto che a un destino esclusivo.
Oggi, in molte diocesi, è permesso seppellire i bambini non battezzati in cimiteri consacrati, riflettendo il rispetto e la speranza nella misericordia di Dio. Alcuni luoghi e comunità hanno adottato pratiche di preghiera, soprattutto per confortare i genitori e offrire un rito funebre appropriato per i bambini non battezzati.
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