Il 1 giugno è la giornata mondiale dei genitori, un momento per ricordare l’importanza dei genitori come primi e fondamentali educatori dei bambini.
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La Giornata mondiale dei genitori è stata istituita dall’Onu nel 2012 con la risoluzione A/RES/66/292 con lo scopo di celebrare i genitori di tutto il mondo, di ogni razza, cultura e professione di fede, ricordando i loro sacrifici e l’impegno a coltivare il rapporto con i figli e a farli crescere al meglio.
Può sembrare una cosa banale, quasi scontata che i genitori siano i primi educatori dei figli, i futuri adulti del mondo di domani.
Purtroppo non è così.
Chi educa un bambino, chi si assume la responsabilità dell’adulto che diventerà, si trova a dover sostenere un impegno molto gravoso e delicato, per il bambino stesso, ma anche per tutta la comunità. Parliamo di genitori biologici, ma anche adottivi.
Eppure la profonda crisi che ha travolto la società moderna negli ultimi decenni ha fatto vacillare l’importanza della figura genitoriale. Del resto, a ben vedere, è il concetto stesso di famiglia a essere entrato in crisi, a causa di tutta una serie di tensioni e forze centrifughe che hanno allontanato sempre di più i singoli individui dal nucleo famigliare vero e proprio. Colpa, se così si può dire, del boom economico, che ha portato un maggior benessere, a discapito di una maggior impegno delle donne nel mondo del lavoro. Di conseguenza, meno tempo per accudire i figli, anzi, meno tempo per farne, in primo luogo.
A questo aggiungiamo mutamenti sociali e di pensiero, che si sono evoluti nel corso del tempo.
La maggior emancipazione delle donne, per esempio, che ha portato a un rinnovato desiderio di affermazione personale individuale, al di fuori della famiglia di appartenenza. Il modello di famiglia patriarcale, con ruoli prestabiliti e imposti senza possibilità di appello da un retaggio generazionale sta decisamente stretto alle donne moderne. Se una donna vuole tirarsi fuori da una situazione famigliare o sentimentale che non la soddisfa, o, peggio, la danneggia, ora può quasi sempre farlo, o quanto meno ha spesso gli strumenti economici per essere indipendente.
Poi dobbiamo considerare il mutamento dei ruoli maschili e femminili, che se da un lato ha permesso un’espressione più libera e spontanea della propria interiorità, ha generato una certa confusione nella nostra società che si è basata per secoli su schemi tradizionali. La liberazione sessuale degli anni ’60 ha portato a una maggior ingerenza del piacere nell’ambito dei rapporti di coppia, scardinando una condizione secolare per cui solo agli uomini erano concesse certe libertà.
Ma anche i figli hanno cominciato a rivestire un ruolo diverso nei rapporti di coppia. Ora i rapporti all’interno della famiglia non sono più legati a una gerarchia che presupponeva cieca obbedienza e rispetto dovuto. I genitori devono sapersi guadagnare la fiducia dei figli, creare con loro un rapporto fatto di amore reciproco e rispetto, non potendo più contare unicamente sul vincolo di sangue.
L’instabilità coniugale, la mancanza di fiducia tra coniugi, la facilità con cui uomini e donne gettano la spugna, arrendendosi alle prime difficoltà e ricorrendo al divorzio, piuttosto che lottare per salvare un matrimonio divenuto troppo presto scomodo, portano a un depauperarsi progressivo e inesorabile del concetto di famiglia.
E i bambini? Nervosi, abulici, demotivati, incapaci di riconoscere e apprezzare il valore delle cose materiali, perché troppo spesso esse sono state usate per tamponare la mancanza di tempo o capacità da parte dei genitori di affrontare impegni e problematiche. L’angoscia esistenziale che prima coglieva gli adolescenti ora arriva presto, troppo presto, e come uccelli spinti fuori dal nido anzitempo, senza un luogo in cui tornare, senza punti di riferimenti saldi, i nuovi uomini e le nuove donne fanno il loro ingresso nel mondo pieni di incertezze e fragilità.
Ma quando nasce un bambino, nasce anche un genitore.
Ci piace questa frase, profondamente vera. Al di là di mutamenti economici e sociali del nostro tempo, per quanto il mondo sia un luogo difficile in cui vivere, divorato dal consumismo e dalla superficialità, o dominato dalla necessità più disperata, presso i popoli meno fortunati, ci piace pensare che essere genitori possa ancora significare qualcosa di fondamentale e unico.
Per questo la Giornata mondiale dei genitori viene festeggiata ogni anno, per ricordare e onorare queste persone che hanno in mano il futuro del nostro mondo, e che lavorano ogni giorno per tutti noi. Sì, lavorano, perché fare il genitore è come un lavoro, spesso più faticoso di molti altri, e mai retribuito, forse perché davvero inestimabile.
Parliamo di qualcuno che ha il compito e il dovere di trasmettere i giusti valori ai bambini, per aiutarli a costruire dei modelli di vita futuri rispettosi dell’etica umana, alimentati da giustizia, rispetto, gratitudine e amore.
Non è certo un compito da poco.
I genitori sono come le radici dell’albero della vita, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente. Ecco, oltre a rappresentare fin dall’antichità un simbolo di vitalità e rinnovamento, l’albero della vita esprime anche un legame profondo, inscindibile, e, nel contesto dei rapporti umani, il concetto di famiglia, dove i genitori costituiscono le radici solide e i figli i rami lussureggianti carichi di fiori e frutti nuovi. Regalare un gioiello o un oggetto che richiama l’albero della vita è dunque un gesto di buon augurio per qualsiasi famiglia.
Il significato dell’albero della vita
Tutte le religioni, dalle origini della storia dell’uomo, sono legate in qualche modo agli alberi…
Genitori nella Bibbia
Abbiamo detto che il ruolo della famiglia e dei genitori è profondamente mutato negli ultimi decenni. Ma come si è evoluto il concetto di genitori e famiglia nella Bibbia? Quale è stato il piano di Dio riguardo a madre e padre fin dalle origini?
Volendo soffermarci sul binomio “genitori Bibbia”, che il concetto di famiglia abbia radici profonde lo comprendiamo andando a leggere la Genesi, dove troviamo questa frase: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gen 2,24). Ecco quello che succede quando un uomo e una donna si sposano: lasciano la casa dei genitori per creare una famiglia propria.
Ma facciamo un passo indietro, ad Adamo ed Eva, i nostri progenitori.
La storia di Adamo ed Eva
Chi non conosce la storia di Adamo ed Eva, il primo uomo e la prima donna? Ma siamo poi così sicuri di conoscerla davvero?
Fin dal principio Dio ha fondato lo sviluppo dell’umanità sul concetto di famiglia. Sia che consideriamo la tradizione sacerdotale, secondo la quale uomo e donna sono stati creati nello stesso momento (Gen 1, 26-28), sia che seguiamo quella jahwista, secondo cui la donna venne creata da una costola dell’uomo (Gen 2, 18-25), in entrambi i casi uomo e donna furono creati per completarsi a vicenda, stare insieme, essere fecondi e popolare la terra. Qualcosa andò storto, come sappiamo. Adamo ed Eva peccarono, e per scagionarsi davanti a Dio si accusarono l’uno con l’altro. Non un buon inizio per la prima famiglia della storia, soprattutto se pensiamo a cosa è accaduto poi ad Abele e Caino, i loro primi figli! È come se il peccato originale avesse corrotto l’idea di Dio, e bisognerà aspettare Noè e la sua famiglia modello per assistere a una nuova possibilità concessa dall’Onnipotente all’uomo. Noè aveva una moglie e tre figli, e Dio per questo lo giudicò «giusto» e lo salvò del diluvio “con tutta la famiglia” (Gen 7,1). Anzi, rivolgendosi a Noè tornò a incoraggiare lui e i suoi figli a riempire la Terra: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra” (Gen 9,1; cf. 1,28).
Ma la famiglia ha un ruolo fondamentale in tutta la Bibbia.
Pensiamo a Sara e Abramo, che dapprima tentano di ovviare all’infecondità del proprio matrimonio cercando fuori da esso un figlio, per poi tornare a confidare in Dio.
Pensiamo a Giacobbe, dalla cui discendenza nacquero le dodici tribù di Israele. Una famiglia esemplare? Non proprio, considerando ciò che i fratelli fecero a Giuseppe, il figlio prediletto di Giacobbe, sebbene anche questa sventura fa parte del piano di Dio.
E che dire di Re David? Un grande Re, ma di certo non un marito e un padre esemplare…
Ma nella Bibbia ci sono anche esempi di famiglie senza macchia, dominate dall’amore, dalla fedeltà e soprattutto dalla devozione ai figli e alla loro educazione. Nel libro di Tobia è affermato un modello di matrimonio e vita famigliare all’insegna dell’onestà e del rispetto. Ecco come lui e Sara si rivolgono a Dio chiedendo che benedica la loro unione: “Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d’intenzione. Dègnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero insieme: «Amen, amen!»” (Tb 8, 6-8)
O ancora l’esortazione di Tobia al figlio a onorare lui e la madre, oltre che Dio: “Chiamò il figlio e gli disse: «Qualora io muoia, dammi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa ciò che è di suo gradimento e non procurarle nessun motivo di tristezza. Ricordati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Quando morirà, dalle sepoltura presso di me in una medesima tomba.” (Tb 4,3-4)
Venendo al Nuovo Testamento, Gesù seguitò a portare avanti i valori fondamentali del matrimonio e della famiglia costituita dall’unione indissolubile dell’uomo e della donna, com’era nel disegno di Dio fin dal principio. A ciò aggiunge l’elevazione del matrimonio a sacramento.
Evidente poi l’importanza dell’esempio famigliare fornito dalla Sacra Famiglia, costituita da San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino. Una famiglia che incarna una quotidianità fatta di rispetto, amore, cura dei figli, che devono crescere amati e in armonia, affrontando insieme con i genitori gioie e fatiche, preoccupazioni e attese, e prima di tutto il rispetto per la Legge di Dio.
Col passare del tempo, a questo modello famigliare rimasto fondamentale, si unirà nei testi sacri il concetto di amore tra Cristo e la Chiesa, come culmine e rivendicazione del progetto di Dio a cui ogni altro rapporto umano è sottoposto: “Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto… E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore.” (Ef 6,1-4).
I dieci comandamenti
Naturalmente in un discorso sulla famiglia e il rapporto coi genitori nella Bibbia non possiamo prescindere dai 10 comandamenti e, in particolare dal Quarto: onora tuo padre e tua madre.
I dieci comandamenti
I Dieci Comandamenti sono le regole impresse sulle Tavole della Legge che Mosè ricevette direttamente da Dio…
Si tratta del Comandamento che apre la seconda Tavola della Legge, ovvero il primo dei comandamenti che trattano la carità verso il prossimo.
Ciò che Dio impone a chi vuole seguire la Via è chiaro: coloro i quali ci hanno generato devono essere amati, primi fra tutti gli altri, perché più vicini di chiunque altro a noi. Inutile amare gli altri, le persone lontane, se non siamo in grado di amare chi ci è così vicino.
I genitori non vanno solo amati, vanno ‘onorati’, cioè elevati a una profondità d’amore e devozione ancora maggiore. Questo proprio in virtù di tutto ciò che hanno fatto per noi dal momento in cui ci hanno dato la vita. Non è sufficiente dunque amarli, ma occorre rispettarli e obbedire loro, non come si obbedisce a chi temiamo, ma sempre per amore.
E naturalmente è dovere dei figli prendersi cura di loro quando, anziani o malati, ne avessero bisogno, chiudendo un cerchio perfetto di amore voluto da Dio e dalla natura della vita stessa.
Frasi sui genitori
Molte frasi sono state scritte sulla famiglia, sulla necessità di amare e rispettare i genitori. Ne abbiamo scelte alcune che ci piacciono particolarmente in giro per Rete, per celebrare a modo nostro la Giornata mondiale dei genitori.
“Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo”. (Es 20,12)
L’Apostolo insegna: Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. “Onora tuo padre e tua madre”: è questo il primo comandamento associato a una promessa: “perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra” (Ef 6,1-3).
Colui che percuote suo padre o sua madre sarà messo a morte. (Esodo 21:15)
“Cari genitori, aiutate i vostri bambini a scoprire l’amore di Gesù! Questo li renderà forti e coraggiosi”. (Papa Francesco per ricordare la Giornata mondiale dei genitori 2019)
Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre. (Proverbi 1:8-9)
“La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro.” (F. A. Clark)