La Lettera Apostolica Admirabile Signum di Papa Francesco è un invito a vivere il Natale con stupore, gioia, umiltà e fede. Ecco come
Indice articolo
- 1 Il Presepe: segno ammirabile e simbolo di Fede
- 2 Origine del Presepe: il Presepe di San Francesco
- 3 Simboli del Presepe, espressioni di Fede
- 4 Tutta la Creazione celebra la venuta di Cristo
- 5 Personaggi del Presepe e loro simbolismo
- 6 Tutto il potere di un Bambino
- 7 I Magi e la missione di evangelizzazione
In occasione della sua visita nel Santuario del Presepe di Greccio, il 1° dicembre 2019, Papa Francesco pubblicò la Lettera Apostolica Admirabile Signum, il suo speciale messaggio sul Natale.
Il Natale è un periodo di festa e gioia per milioni di persone in tutto il mondo. Ma nel mezzo di tutte le luci scintillanti, i regali e le decorazioni, è importante ricordare il vero significato di questa festa cristiana: la nascita di Gesù Cristo. Con la sua Lettera Apostolica Papa Francesco ha voluto rafforzare questa idea, celebrando la bellezza e la profondità del Natale.
Non a caso per farlo ha scelto Greccio, dove nel 1223 San Francesco D’Assisi, il Santo da cui il Pontefice ha preso il proprio nome, volle rievocare la Natività allestendo il primo Presepe della storia.
Il presepe di Greccio: il presepe di San Francesco
Qual è la storia del presepe? Da dove viene questa tradizione che ogni anno viviamo? Ecco la storia del primo presepe…
Il Presepe rappresenta l’immagine della Sacra Famiglia a Betlemme, ed è un modo tangibile di raccontare la storia della nascita di Gesù Cristo. Esso ci invita a riflettere sulla bellezza e sulla semplicità di quel momento straordinario in cui il Figlio di Dio è venuto al mondo per portare la luce e la speranza. La tradizione del Presepe, che ha radici antiche, ci unisce al cuore della storia della salvezza e ci ricorda che il Natale è molto più di luci scintillanti e regali; è la celebrazione della nascita di Colui che ha portato la redenzione al mondo intero.
Papa Francesco ci incoraggia a fare del Presepe non solo un elemento decorativo, ma una manifestazione della nostra fede. Questa rappresentazione vivente del Natale ci offre l’opportunità di meditare sulla venuta di Gesù, sulla sua umiltà e sull’amore infinito di Dio per l’umanità. Il Presepe, pertanto, diventa un potente strumento di evangelizzazione che può contribuire a ravvivare la fede e l’entusiasmo cristiano in ognuno di noi. Con la Lettera Apostolica Admirabile Signum Papa Francesco ci invita a riflettere sul vero significato del Natale attraverso il simbolismo del Presepe, sul suo profondo senso spirituale, invitando i fedeli a ricordare l’importanza di questo evento nella storia dell’umanità. Lo ha fatto con un viaggio alla scoperta della bellezza del Presepe, elemento centrale della tradizione natalizia, icona visiva in cui la Sacra Famiglia composta da Maria, Giuseppe e Gesù Bambino è raffigurata all’interno di una grotta o di una stalla a ricordare la notte più importante della storia dell’umanità.

Per questo Papa Francesco definisce il Presepe un “segno ammirabile” che ci aiuta a comprendere la profondità della venuta di Gesù nel mondo, e incoraggia i fedeli a creare presepi nelle case, nelle comunità e nei luoghi di lavoro, non solo come atto di devozione, ma anche come testimonianza di fede da condividere con gli altri, per ricordare che Gesù è venuto nel mondo per tutti, non solo per alcune persone privilegiate.
Nella Lettera Apostolica, Papa Francesco offre anche alcune considerazioni pratiche su come allestire un Presepe. Egli suggerisce l’uso di vari personaggi e animali, ciascuno con il suo significato nel racconto della nascita di Gesù. Questi elementi, insieme alla Stella e alla luce, sono fondamentali per rappresentare i diversi aspetti simbolici del Natale.
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Un altro aspetto importante della Lettera Apostolica è l’attenzione di Papa Francesco alla natura e all’ambiente. Egli ci ricorda che il Presepe ci invita a riflettere sulla relazione tra l’umanità e la creazione di Dio. In questo senso, il Presepe diventa anche un richiamo all’importanza della cura dell’ambiente e della creazione di Dio.
Papa Francesco scrive ancora: “Guardando il Presepe, pensiamo a quando noi, come Dio, creiamo un ambiente in cui ciascuno possa trovare un posto.” Questo è un richiamo alla solidarietà e all’accoglienza, valori chiave del cristianesimo. Il Presepe ci ricorda che, come cristiani, siamo chiamati ad accogliere gli altri e a creare un ambiente di amore e pace.
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Vediamo nel dettaglio i vari punti della Lettera Apostolica di Papa Francesco.
Il Presepe: segno ammirabile e simbolo di Fede
“Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il Presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. […] È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza. Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sé una ricca spiritualità popolare.”
Nelle parole di Papa Francesco il Presepe diventa un’esperienza spirituale che ci avvicina a Cristo, quanto e più delle Sacre Scritture, perché la sua stessa essenza è la semplicità e l’umiltà di chi desidera rievocare un evento immenso con mezzi semplici, umani, comprensibili a tutti, proprio come volle fare San Francesco in quella fredda notte d’inverno a Greccio.

Origine del Presepe: il Presepe di San Francesco
“L’origine del Presepe trova riscontro anzitutto in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesù a Betlemme. […] In realtà, il Presepe contiene diversi misteri della vita di Gesù e li fa sentire vicini alla nostra vita quotidiana. […] Quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello»”
Papa Francesco rievoca il primo Presepe, realizzato da San Francesco a Greccio nel 1223, e ricorda come ciò che sappiamo della nascita di Gesù è materia dei Vangeli.
“San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento è penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità. […] Perché il Presepe suscita tanto stupore e ci commuove? Anzitutto perché manifesta la tenerezza di Dio. […] In Gesù, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione; un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato.
Comporre il Presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme. […] In modo particolare, fin dall’origine francescana il Presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. È un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi (cfr Mt 25,31-46).”
Ancora, il Papa indica nel Presepe la volontà di Dio di mostrarci la Sua tenerezza, scegliendo di manifestarsi tra noi in umiltà e povertà, solo un bambino intirizzito in una mangiatoia, ultimo tra gli ultimi, eppure Re del Cielo e della Terra.

Simboli del Presepe, espressioni di Fede
“Mi piace ora passare in rassegna i vari segni del Presepe per cogliere il senso che portano in sé. In primo luogo, rappresentiamo il contesto del cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte. Non è solo per fedeltà ai racconti evangelici che lo facciamo così, ma anche per il significato che possiede. Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita. Ebbene, anche in quei momenti, Dio non ci lascia soli […] La sua vicinanza porta luce dove c’è il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza (cfr Lc 1,79). Una parola meritano anche i paesaggi che fanno parte del Presepe e che spesso rappresentano le rovine di case e palazzi antichi […] Quelle rovine sono soprattutto il segno visibile dell’umanità decaduta, di tutto ciò che va in rovina, che è corrotto e intristito. Questo scenario dice che Gesù è la novità in mezzo a un mondo vecchio, ed è venuto a guarire e ricostruire, a riportare la nostra vita e il mondo al loro splendore originario.”
La presenza delle stelle nel cielo notturno del Presepe ci ricorda che Dio è sempre con noi, indipendentemente da quanto profonda sia l’oscurità che ci circonda. La sua vicinanza illumina le tenebre della nostra esistenza e porta speranza a coloro che attraversano le notti oscure della sofferenza. È un richiamo potente alla luce divina che guida il nostro cammino, anche nei momenti più difficili.
Un altro elemento da considerare sono i paesaggi rappresentati nel Presepe, spesso raffiguranti rovine di antiche case e palazzi. Questo scenario ci insegna che Gesù è la speranza e la rinascita in un mondo segnato da decadenza e disfacimento. Egli è giunto per guarire, ricostruire e ricondurre la nostra vita e il mondo alla loro originaria bellezza. Le rovine nel Presepe diventano il simbolo della necessità di rinnovamento e redenzione, ricordandoci che in Cristo troviamo la forza di ricostruire ciò che è stato distrutto e restaurare il nostro mondo al suo splendore originario.

Tutta la Creazione celebra la venuta di Cristo
“Quanta emozione dovrebbe accompagnarci mentre collochiamo nel Presepe le montagne, i ruscelli, le pecore e i pastori! In questo modo ricordiamo, come avevano preannunciato i profeti, che tutto il creato partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli angeli e la stella cometa sono il segno che noi pure siamo chiamati a metterci in cammino per raggiungere la grotta e adorare il Signore.[…] A differenza di tanta gente intenta a fare mille altre cose, i pastori diventano i primi testimoni dell’essenziale, cioè della salvezza che viene donata. Sono i più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione. A Dio che ci viene incontro nel Bambino Gesù, i pastori rispondono mettendosi in cammino verso di Lui“
Mentre la presenza di rocce, fiumi, animali, ci ricorda che tutto il creato partecipa del miracolo della Natività, i Pastori sono i primi ad accogliere la notizia, i primi a recarsi presso la capanna di Betlemme a testimoniare la venuta del Salvatore, loro che sono umili, poveri, e tuttavia pronti a credere all’annuncio dell’Angelo, allo splendore della Stella.
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Personaggi del Presepe e loro simbolismo
“Nei nostri presepi siamo soliti mettere tante statuine simboliche. Anzitutto, quelle di mendicanti e di gente che non conosce altra abbondanza se non quella del cuore. Anche loro stanno vicine a Gesù Bambino a pieno titolo, senza che nessuno possa sfrattarle o allontanarle da una culla talmente improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto. I poveri, anzi, sono i privilegiati di questo mistero e, spesso, coloro che maggiormente riescono a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi. […] Spesso i bambini – ma anche gli adulti! – amano aggiungere al Presepe altre statuine che sembrano non avere alcuna relazione con i racconti evangelici. Eppure, questa immaginazione intende esprimere che in questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano…: tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.”
Nel Presepe nulla è casuale, ogni scenario, ogni personaggio simboleggia qualcosa. Ancora il Papa pone l’attenzione su come siano i poveri i veri protagonisti, coloro i quali non erano mai stati presi in considerazione, e che trovano nella nascita di Gesù la propria dimensione, il luogo e il tempo giusto per essere importanti, i primi ad accogliere questo mondo nuovo, dove nulla potrà più essere come prima.
I personaggi del Presepe Napoletano e il loro significato
Il Presepe napoletano è molto più di una semplice ricostruzione della Natività. Ogni personaggio, ogni scena…
Tutto il potere di un Bambino
“Il cuore del Presepe comincia a palpitare quando, a Natale, vi deponiamo la statuina di Gesù Bambino. Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è così: in Gesù Dio è stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque.”
La portata rivoluzionaria della venuta di Cristo è questa: per la prima volta un Dio sceglie di manifestarsi al mondo non nel fulgore della sua potenza, non incarnandosi in un Re o un condottiero, ma in un piccolo bambino indifeso, nel freddo di una notte d’inverno, figlio di una donna, Maria, e di un uomo, Giuseppe, poveri, smarriti davanti a un miracolo che solo in parte comprendono, ma al quale si affidano con fede e umiltà. Nessuna ostentazione, nessuna gloria: solo un bambino, uguale a migliaia di altri bambini, fragile, indifeso, affamato e infreddolito, e proprio per questo miracoloso.
I Magi e la missione di evangelizzazione
“Quando si avvicina la festa dell’Epifania, si collocano nel Presepe le tre statuine dei Re Magi. Osservando la stella, quei saggi e ricchi signori dell’Oriente si erano messi in cammino verso Betlemme per conoscere Gesù, e offrirgli in dono oro, incenso e mirra. Anche questi regali hanno un significato allegorico: l’oro onora la regalità di Gesù; l’incenso la sua divinità; la mirra la sua santa umanità che conoscerà la morte e la sepoltura. Guardando questa scena nel Presepe siamo chiamati a riflettere sulla responsabilità che ogni cristiano ha di essere evangelizzatore. Ognuno di noi si fa portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesù e il suo amore con concrete azioni di misericordia.”
Il Presepe manifesta la nostra volontà di rendere omaggio a Gesù, ma anche il nostro impegno a diffondere la Sua Parola, a portare la Buona Novella non solo a Natale, ma ogni giorno, con le parole, con i nostri comportamenti, col nostro modo di porci verso gli altri.
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I Re Magi, figure affascinanti e suggestive della tradizione di Natale…
Così Papa Francesco conclude la sua Lettera Apostolica Admirabile Signum, con un’esortazione a vivere il Natale come figli di Dio, accogliendo la gioia che deriva dal ricordare la venuta di Gesù, nella semplicità e umiltà che il Presepe vi suggerisce da sempre:
“Cari fratelli e sorelle, il Presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli.”