Sacrestia: cos'è e qual è la sua funzione - Holyblog

Sacrestia: cos’è e qual è la sua funzione

Sacrestia: cos’è e qual è la sua funzione

La sagrestia è un locale di servizio adibito alla vestizione dei sacerdoti, ma non solo. Ecco a cosa serve e perché è così importante.

Anche la chiese, piccole o grandi che siano, necessitano di locali di servizio. Nella maggior parte dei casi questi locali sono all’interno della chiesa, dietro l’altare maggiore, ma possono anche essere separati, perfino situati in altri edifici, quando parliamo di luoghi di culto molto grandi e articolati. Il più usuale tra questo ambienti, presente in tutte le chiese, è la sagrestìa, o sacrestìa, una stanza che troviamo ovunque venga celebrata la Liturgia, e che è adibita non solo alla preparazione del sacerdote in vista della celebrazione della messa, ma è usata anche come deposito per riporre i paramenti liturgici, per gli oggetti liturgici e in alcuni casi anche per i registri parrocchiali.

Ma non dobbiamo pensare alla sagrestia come a un semplice spogliatoio o magazzino. È vero che qui il sacerdote che presiede il culto, i diaconi e gli accoliti si cambiano, e lasciano le loro pianete, amitti, stole, manipoli, piviali, cingoli ben riposti, in vista della celebrazione successiva, ed è altresì vero che qui vengono sistemati le ostie e il vino non ancora consacrati, oltre a calici, patene, pissidi, ostensori ed altri accessori liturgici.

Tuttavia la Sagrestia è anche un luogo in cui oggetti sacri, benedetti e consacrati, o che sono venuti a contatto con le specie consacrate, transitano e vengono lavati nell’apposito lavabo. Si tratta dei tessuti per la liturgia, i servizi da altare, composti da corporale,  palla, purificatoio e asciugamano, ma anche da oggetti liturgici veri e propri usati durante la Consacrazione, come il calice o gli ostensori.

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Sagrestia o Sacrestia?

Tutti i termini sono corretti. Sagrestia è la forma di uso comune, e deriva da Sacrestia, o Sacristia, a sua volta mutuata da sacrista, dal latino “sacer”, sacro.

Dove si trova la sacrestia in una chiesa?

Originariamente il locale annesso a una chiesa e adibito a spogliatoio per i sacerdoti e deposito di arredi e suppellettili si chiamava diaconicon, mentre le offerte eucaristiche venivano preparate nella prothesis. Questi due ambienti nelle basiliche paleocristiane erano conosciuti come pastophoria ed erano situati ai lati contrapposti dell’abside.

In seguito, in età rinascimentale, la sacrestia è divenuto un luogo autonomo, spesso progettato per avere un ruolo di rilievo anche dal punto di vista architettonico, e arricchito con affreschi e mobili di inestimabile valore artistico. Pensiamo solo alle due sacrestie della Basilica di San Lorenzo a Firenze, progettate da Brunelleschi e Michelangelo.

Cosa c’è in una sacrestia?

Oltre al già citato lavabo, nella sagrestia si trova a volte il sistema di programmazione per far suonare le campane o l’accesso alla torre campanaria. Ci sono di solito armadi e stipi, in cui vengono riposti arredi e paramenti, e nelle chiese più antiche possono essere pregevoli pezzi di antiquariato artistico.

Cosa si fa in Sacrestia?

Si prepara il necessario per le funzioni, si lavano gli oggetti liturgici prima e dopo la messa, vengono riposti i paramenti sacri e gli abiti dei sacerdoti, si conservano le ostie e il vino non consacrati e spesso anche i registri parrocchiali.

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Chi è il sagrestano?

Il sacrista o sacrestano è il responsabile della sagrestia. Anticamente doveva essere un sacerdote a sua volta, dal momento che doveva occuparsi dei vasi sacri, dei paramenti e di molti aspetti legati alle celebrazioni liturgiche. Un tempo le mansioni affidate al sacrestano erano suddivise tra portieri (ostiarii), tesorieri e mansionarii.

Il compito del sacrestano in chiesa non si limitano alla sacrestia, ma anche egli deve accogliere i fedeli, preparare la chiesa per le diverse occasioni, ricorrenze e festività, allestire il necessario per le funzioni, tenere in ordine e suonare le campane. Per questo in passato veniva spesso affiancato da un vice sacrestano (custos).

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Per quanto riguarda come diventare sacrestano, dal Concilio di Trento questo ruolo viene affidato anche ai laici. Vengono richieste doti come onestà e affidabilità, disponibilità verso la vita in comunità, con una particolare predisposizione per bambini, ragazzi, anziani e disabili. Abilità di carpentiere sono preferibili, visti i tanti interventi di manutenzione che una chiesa richiede. Non si tratta certo di un lavoro comune, necessita di una formazione liturgica, morale e spirituale, e prevede la pratica di esercizi spirituali. In molti casi il sacrestano vive presso la chiesa, in un alloggio offerto dalla parrocchia. Tra i suoi compiti c’è quello di aprire le porte della chiesa e accogliere i fedeli, non solo coloro i quali vanno in chiesa per pregare, ma anche e soprattutto chi ha bisogno di aiuto. Per questo il lavoro del sacrestano è quasi una missione.