I santi pellegrini sono santi per i quali l’esperienza del pellegrinaggio è stata così significativa da divenire ragione stessa della loro santità
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Chi sono i santi pellegrini? La pratica religiosa del pellegrinaggio ha origini molto antiche ed è stata uno strumento di devozione e penitenza molto utilizzato dai cristiani di tutti i tempi. Inizialmente nato come esperienza di conversione, il pellegrinaggio spingeva il fedele a mettere in discussione la propria vita, lasciando tutto ciò che di noto e certo la caratterizzava, per recarsi come esule e straniero in terre lontane, nelle quali avevano avuto luogo eventi sacri, o in luoghi di pellegrinaggio e culto. Da qui l’etimologia della parola pellegrino, dal latino peregrīnus “straniero”. Pensiamo per esempio a chi si recava in Terra Santa per visitare i luoghi della vita e della morte di Cristo.
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In seguito il pellegrinaggio divenne un’esperienza penitenziale riservata a chi, soprattutto tra i membri del clero, si macchiava di crimini infamanti. Nel primo Medioevo questi uomini dovevano vagare in terre inospitali, scalzi e nudi, spesso incatenati, vivendo di elemosina, seguendo le orme di Caino finché non avessero espiato la propria colpa agli occhi di Dio e degli uomini. Successivamente al vagare senza metà si sostituì la volontà di raggiungere un particolare luogo sacro o luogo di culto, del quale il pellegrino portava addosso le insegne. Segni distintivi: il bordone, grosso e lungo bastone con manico ricurvo usato per sostenersi e aiutarsi nel camminare, e una scarsella, piccola borsa di cuoio che portavano appesa al collo o alla cintura, nella quale mettevano i pochi averi.
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Nel tempo le due tipologie di pellegrinaggio, devozionale e penitenziale, finirono col sovrapporsi e confondersi sempre di più, intanto che aumentavano i luoghi di pellegrinaggio: oltre alla Terra Santa e a Roma molti pellegrini sceglievano Santiago di Compostela in Galizia, dove si diceva fosse stato sepolto l’apostolo Giacomo, e poi Canterbury.
Se fino all’anno 1000 i pellegrinaggi erano diffusi, ma limitati dalla poca sicurezza delle strade e dall’incertezza dei tempi, dopo il Giubileo del 1300 voluto da Bonifacio VIII divennero una pratica comune a tutti i cristiani.
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Ma chi furono i principali santi pellegrini, e perché li ricordiamo? Sarebbe sbagliato dire che i santi pellegrini divenuti santi solo perché protagonisti di un pellegrinaggio. Semmai è possibile che il pellegrinaggio abbia dato ad alcuni di loro la possibilità di svelare la propria santità con pensieri e opere. Vediamone alcuni.
San Giacomo il Maggiore
San Giacomo era uno dei dodici apostoli. Fu anche uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù. L’iconografia lo raffigura con bordone, bisaccia, un cappello da pellegrino, la conchiglia simbolo del Cammino di Santiago, che tutti i pellegrini dovevano raccogliere sulle spiagge della Galizia per dimostrare di essere arrivati fin laggiù. Chi meglio di lui può dunque personificare lo spirito dei pellegrini, dei quali è patrono? Fatto decapitare da Erode Agrippa, i suoi resti vennero portati sulle coste della Galizia, in un luogo che in seguito venne chiamato campus stellae, “campo della stella”. Qui avvennero molti episodi miracolosi, e il luogo divenne uno dei maggiori luoghi di pellegrinaggio del Medioevo. Ancora oggi migliaia di pellegrini percorrono il Cammino di Santiago di Compostela.
San Rocco
Di origine francese, Rocco perse giovanissimo entrambi i genitori, e decise di donare i propri beni ai poveri e di mettersi in cammino come pellegrino, dirigendosi a Roma. Durante il viaggio offrì aiuto e conforto ai malati di peste e ai poveri, e da questo gli derivò la fama di santo. Come anche San Giacomo, oltre che come santo pellegrino è ricordato tra i santi da invocare in caso di malattie.
San Cristoforo
Anche San Cristoforo, il santo che si racconta fosse un gigante, è considerato patrono dei pellegrini e, in generale, di tutti i mestieri legati al trasporto, come barcaioli, pendolari, facchini, ferrovieri. È uno dei quattordici Santi ausiliatori da invocare in occasione di gravi calamità naturali o epidemie.
San Benedetto Giuseppe Labre
Nato in una famiglia poverissima, fu rifiutato da molti monasteri, prima di decidere di diventare un Vagabondo di Dio e si mise in viaggio attraverso l’Europa, toccando i principali santuari e predicando il Vangelo, in assoluta povertà. Giunto a Roma visse per qualche tempo sotto un’arcata del Colosseo, ma poi la sua salute peggiorò e morì a soli 35 anni. La sua fama di sant’uomo era tale che al suo funerale parteciparono migliaia di persone.
Santa Gertrude di Nivelles
Santa patrona dei pellegrini, ma anche dei gatti (era considerata protettrice contro le invasioni di topi…) era di origine nobile, ma entrò in convento rinunciando a sposare re Dagoberto II di Austrasia e divenne badessa. Diede grande impulso alla cultura e si dedicò all’evangelizzazione delle terre germaniche.
Santa Brigida di Svezia
Mistica svedese, patrona di Svezia e compatrona d’Europa, si sposò ed ebbe otto figli, ma dopo essere rimasta vedova si dedicò ai poveri e ai bisognosi e trascorse molto tempo in pellegrinaggio in luoghi che ospitavano reliquie di santi, soprattutto in Italia, e in Terra Santa. Fondò l’Ordine del Santissimo Salvatore. Lasciò molte rivelazioni ricevute da Gesù, dalla Vergine Maria e da alcuni santi.
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Santa Bona
Patrona degli assistenti di volo e delle guide turistiche. Entrata in convento bambina, a quattordici anni si recò in Terra Santa, e dopo una visione anche a Santiago di Compostela. Dedicò la sua vita ad assistere i pellegrini nei loro viaggi, soprattutto verso il santuario spagnolo.
San Sebaldo
Principe danese, ruppe il fidanzamento con una principessa dopo essere stato in pellegrinaggio a Roma, e da allora dedicò la sua vita all’evangelizzatore della Franconia. Sepolto a Norimberga, città di cui è patrono, è spesso raffigurato con bordone, rosario e la conchiglia. La sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi.
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