Simone di Cirene, l’uomo che aiutò Gesù a portare la croce - Holyblog

Simone di Cirene, l’uomo che aiutò Gesù a portare la croce

Simone di Cirene, l’uomo che aiutò Gesù a portare la croce

Chi aiutò Gesù a portare la croce? Simone di Cirene, suo malgrado partecipe della Passione e protagonista della quinta stazione della Via Crucis. Ma chi era?

I Vangeli sinottici raccontano il tragitto di Gesù verso il colle della crocifissione, il Calvario, o Golgota, il luogo del cranio, come già allora era conosciuta questa collina, teatro di esecuzioni sanguinose, con alcune significative differenze. In particolare il Vangelo di Marco e quello di Matteo menzionano il nome di un uomo, Simone di Cirene, che avrebbe aiutato Gesù a portare la croce fino al luogo della Crocifissione. Il Cristo, sfinito dopo la flagellazione e le innumerevoli torture a cui era stato sottoposto dai suoi aguzzini, non aveva più la forza per arrivare fino al Golgota, e così i soldati romani: ” … costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio” (Mc 15,21-22).

Anche Matteo menziona un certo Simone, che, nella sua versione, viene costretto dai romani a portare la croce fin dall’uscita del tribunale in cui Gesù è stato condannato (Mt 27,32). Invece, secondo Giovanni Gesù portò da solo la propria croce fino al Golgota.

Ma chi era questo Simone di Cirene, e perché i romani lo costrinsero ad avere un ruolo così infelice e tuttavia significativo nella crocifissione di Gesù? Dobbiamo considerare il contesto storico della Passione di Gesù: i Romani governavano la Giudea e come tutti i dominatori non mancavano di angariare il popolo a loro assoggettato con dimostrazioni di forza e oppressione. C’era infatti una legge che consentiva agli ufficiali romani di costringere chiunque a portare a termine un lavoro anche gravoso, e questo a prescindere dalla condizione sociale della persona. Simone di Cirene, che viene scelto per portare il patibulum, ovvero il braccio orizzontale della croce, dietro a Gesù, non era che un passante. Non stava assistendo alla Passione di Cristo, passava di lì per caso, ed era secondo alcune fonti storiche un notabile, quindi un uomo di cultura e di rango non infimo. Costringendolo a portare quello strumento di tortura e morte i Romani non solo lo umiliavano, ma gli impedivano automaticamente di partecipare alla Pasqua, perché da quel momento sarebbe stato impuro agli occhi di Dio e degli uomini.

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A Gerusalemme sorge la Cappella di Simone di Cirene, proprio nei pressi del luogo in cui Simone venne in soccorso di Gesù. Costruita nel 1895 lungo la Via Dolorosa nella Città Vecchia appartiene all’ordine dei francescani.

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Il cireneo nel Vangelo di Marco

È probabile che l’evangelista Marco conoscesse Simone, o quanto meno i suoi figli Alessandro e Rufo, menzionati come testimoni della scena di cui il padre fu protagonista. Lo intuiamo dal fatto che solitamente Marco era molto restio a scrivere i nomi precisi dei protagonisti delle vicende che raccontava, mentre in questo caso ha nominato tutti i membri della famiglia. Forse essi erano ancora vivi quando Marco scriveva il suo Vangelo, e in ogni caso erano molto conosciuti nella comunità cristiana Romana. La famiglia era originaria di Cirene, una città situata in Libia orientale, al tempo colonia romana. Da qui il termine “cireneo”, con cui viene a volte citato Simone, e che nel linguaggio comune è divenuto sinonimo di chi, volente o nolente, prende su di sé il carico e la sofferenza di un’altra persona. Il ritrovamento di alcune tombe e ossari a metà del ‘900 ha fornito nuove informazioni e dimostrato l’esistenza storica di questo personaggio e della sua famiglia.

La quinta stazione della Via Crucis

Un uomo qualunque, Simone di Cirene, uno straniero che viene da lontano, e tuttavia pronto a prendere su di sé il fardello terribile di un Uomo spezzato, nel momento in cui tutti gli amici Lo avevano abbandonato, e il Suo stesso Padre lo stava condannando a un destino peggiore della morte. Un inno all’amore e alla misericordia, anche dove non ci aspettiamo di trovarne, un appello ad abbracciare la diversità, ad accoglierla e affiancarla lungo il cammino tortuoso della vita. La quinta stazione della Via Crucis è dedicata a lui, reso partecipe di un crimine inenarrabile, e tuttavia capace di prestare forza e sostegno a chi, in quel momento, soffriva più di lui. Osservando le varie raffigurazioni delle stazioni della Via Crucis, delle quali trovate molte pregevoli riproduzioni anche nel nostro store on line, non possiamo fare a meno di sentirci a nostra volta partecipi del mistero della Passione, proprio come Simone di Cirene e i suoi figli, spettatori di un evento irripetibile ed entrati a far parte della storia di tutte le storie, nel Nuovo Testamento.