L’Eucarestia. Il Santissimo Sacramento. La Comunione.
Comunque preferiamo chiamarlo, è sicuramente questo il momento più alto e solenne della Messa, quello in cui i fedeli sono chiamati ad accostarsi al Mistero di tutti i misteri, a quel pane che si fa Corpo di Cristo, rinnovando ogni volta una promessa d’amore e salvezza che dura da più di duemila anni. L’altare, il calice, la pisside, la patena diventano strumenti di un rito antico, eppure sempre nuovo, che si consuma davanti agli occhi dei fedeli, ma, soprattutto, nei loro cuori, nelle loro anime protese a prendervi parte. Il Sacrificio di Gesù si consuma davanti ai Suoi figli, in un clima di solennità e commozione. Per chi davvero crede, per chi davvero sente che quella sfoglia di pane bianco non è più soltanto acqua e farina, ma che lo Spirito Santo l’ha investita di qualcosa di molto più profondo e potente, è difficile trattenere l’emozione. È così, il momento della comunione è sempre straordinario, anche dopo anni che lo si ripete a ogni celebrazione. O così dovrebbe essere.
Ricevere la Comunione in modo rispettoso
Ci sono modi diversi per accostarsi al Santissimo Sacramento, modi diversi per accogliere il Corpo di Cristo, prendendolo tra le mani, lasciando che il sacerdote lo posi sulla lingua, conservandolo finché non si è tornati al proprio posto. Ma tutto si riduce a due possibilità: ricevere la Comunione in modo rispettoso o irrispettoso.
Nessuno discute le scelte personali, le piccole manie che ci si porta dietro per tutta la vita, e che il più delle volte sono innocue. Dunque non è questo il punto. Fin dall’antichità, nelle prime comunità cristiane, si raccomandava a coloro i quali si accostavano all’Eucarestia di farlo con grande rispetto e devozione. Le mani dovevano essere pulite e disposte a forma di croce, quelle delle donne coperte da un velo e, in generale, era fondamentale evitare qualsiasi gesto che potesse profanare il Corpo di Cristo in quel momento solenne. Proprio per ridurre al minimo questa eventualità, nel Medioevo si diffuse e si impose l’obbligo di inginocchiarsi e ricevere la Comunione direttamente in bocca, per esprimere tutta la devozione e il rispetto che una simile contingenza richiedeva.
Successivamente, con il Concilio Vaticano II, venne conferita alle varie diocesi la libertà di decidere se permettere o meno ai fedeli di ricevere l’Ostia in mano o direttamente in bocca.
Ma, come già accennato, il fatto di ricevere l’Ostia in mano o in bocca è solo uno degli aspetti che riguardano il modo giusto o sbagliato di accostarsi al Santissimo Sacramento. A fronte del come si sceglie di ricevere l’Ostia, sicuramente l’atteggiamento con cui lo si fa è molto più importante. Quello che ci si accinge a ricevere è il corpo di Cristo, in ogni sua piccola parte, in ogni briciola. Per questo occorre fare attenzione, riporre fede e rispetto in ogni gesto, mostrare adorazione e decoro.
San Cirillo di Gerusalemme scriveva già nel IV secolo d.C.: “Quando ti avvicini, non avanzare con le palme delle mani distese, né con le dita disgiunte; invece, fai della tua mano sinistra un trono per la tua mano destra, poiché questa deve ricevere il Re e, nel cavo della mano, ricevi il corpo di Cristo, dicendo Amen. Santifica dunque accuratamente i tuoi occhi mediante il contatto con il Corpo Santo, poi prendilo e fai attenzione a non perderne nulla. Se ti dessero delle pagliuzze d’oro, non le prenderesti con la massima cura, facendo attenzione a non perderne nulla e a non danneggiarle? Non farai dunque assai più attenzione per qualcosa che ben più prezioso dell’oro e delle pietre preziose, in modo da non perderne neppure una briciola? Dopo esserti comunicato al corpo di Cristo, […] aspettando l’orazione rendi grazie a Dio che ti ha stimato degno di così grandi misteri.”
Questo perché ogni Ostia consacrata è il Corpo e il Sangue di Cristo, la Sua Anima e la Sua Divinità. Gesù è interamente presente in essa, come ha sancito il Concilio di Trento: “Se qualcuno negherà che nel SS. Sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue insieme con l’Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo e, perciò, tutto il Cristo, SIA SCOMUNICATO”. (D. 883)
Il Concilio specifica anche che Cristo è presente in ogni singolo frammento, ogni briciola dell’Ostia. Anche in questo caso, negare questa affermazione è degno di scomunica. La transustanziazione fa sì che il Corpo di Cristo sostituisca la sostanza stessa del pane, e come la sostanza del pane rimane tale anche nelle singole briciole, così tutto Cristo è contenuto in ciascuna parte, per piccola che sia, dell’Ostia spezzettata e frantumata.
Anche dopo la Messa, le Ostie consacrate che non sono state consumate continuano a contenere il Corpo di Cristo, e per questo devono essere conservate in modo adeguato nel Tabernacolo, dove vengono adorate.
Anche i frammenti di Ostie che cadono durante la distribuzione non devono assolutamente essere calpestati o spazzati via, perché questo rappresenterebbe una gravissima profanazione.
Cosa fare e cosa non fare quando si riceve la Comunione
Ma dunque cosa è opportuno fare o non fare al momento della Comunione, per non incappare in una mancanza di rispetto che profanerebbe non solo l’atto in sé, ma lo stesso Corpo di Cristo che ci accingiamo a ricevere?
- Partiamo dal ‘prima’ della Comunione. Se potete, evitate di mangiare troppo, anzi, sarebbe buona norma digiunare fin dopo la messa. Perché? Perché quello a cui ci stiamo accostando è un lauto banchetto per la nostra anima, e non ha senso abbuffarsi prima! La tradizione del ‘digiuno eucaristico’ è antica, e si è tramandata nel tempo con imposizioni più o meno severe. Oggi è sufficiente osservare il digiuno almeno un’ora prima di comunicarsi.
- Decidete prima se volete ricevere l’Ostia in mano o in bocca, se volete restare in piedi o inginocchiarvi, onde evitare movimenti bruschi e inutili. L’officiante dovrebbe comprendere subito le vostre intenzioni, e agire di conseguenza.
- Se decidete di ricevere l’Ostia in mano non sbracciatevi, non allungate troppo le braccia. Dovete farvi posare il Corpo di Cristo sul palmo, non acchiapparlo! Se invece volete ricevere l’Ostia in bocca la scelta migliore e tenere le mani giunte in grembo e ferme.
- Non indossate guanti quando ricevete la Comunione in mano. Quello che vi accingete a ricevere è la cosa più preziosa, pura ed incontaminata che esista al mondo. Tenetelo sempre a mente.
- Se invece avete deciso di ricevere la Comunione sulla lingua, fate che la vostra bocca sia vuota. Sembra scontato e banale, ma capita spesso che alcuni fedeli un po’distratti si accostino al Santissimo Sacramento masticando gomme o caramelle. È superfluo dire che ciò sia fuori luogo.
- Restare concentrati nell’attesa. In fila per ricevere l’Ostia cercate di tenere la mente ferma su quanto sta per accadere, sul dono immenso che vi verrà fatto di lì a poco. Per gli impegni che avete dopo la Messa, per le preoccupazioni, le scadenze, il lavoro ci sarà tempo dopo. In questo momento tutto il vostro essere dovrebbe essere solo proteso verso la grazia che state per ricevere.
- Non trattenetevi. Lasciate che l’emozione prenda il sopravvento. Come abbiamo scritto all’inizio, ricevere il Corpo di Cristo è un miracolo straordinario, che si rinnova ogni volta. È normale esserne sopraffatti, commuoversi, e non c’è niente di male ad arrendersi al sentimento che ci pervade, in questo frangente, sia esso di gioia, gratitudine, struggimento.
- Una volta che l’ostia è nella vostra bocca, non ha senso tenerla lì troppo a lungo. Un’attesa ulteriore non conferirà maggior realtà al Corpo di Cristo, né solennità alla Comunione. Anzi, in un certo senso tenere l’ostia in bocca troppo a lungo rischia di farci perdere di vista la ritualità del momento che stiamo vivendo. Va consumata, subito, e poi c’è tutto il tempo per pregare.
- Nessuna distrazione dopo aver ricevuto l’Eucarestia. Ancora una volta, mentre prendiamo l’Ostia, mentre l’abbiamo in bocca, dobbiamo essere consapevoli di quello che sta accadendo, del dono immenso che ci è stato fatto. Nessuna distrazione, nessun pensiero vagante e fuori luogo.
- Infine, e anche questo può sembrare banale, non pecchiamo di ingratitudine. Poter ricevere il Corpo di Cristo è un dono, ma non è un dono scontato. Dobbiamo ritenerci fortunati a vivere in un paese e in un’epoca in cui ci si possa accostare liberamente al Santissimo Sacramento, senza timore di essere perseguitati, perfino uccisi per la nostra scelta di fede, per il nostro credo. Meglio tenerlo a mente.