L'episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto - Holyblog

L’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto

L’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto

Le tentazioni di Gesù sottolineano l’importanza dell’obbedienza a Dio e della resistenza alle seduzioni materiali e spirituali

L’episodio delle tentazioni di Gesù raccontato nei Vangeli sinottici è emblematico per tutta una serie di ragioni. Si pone tra il Battesimo di Gesù e l’inizio delle Sue predicazioni in Galilea, dopo il lungo silenzio intercorso tra la Sua infanzia, descritta nei racconti della Natività, e l’inizio del Suo ministero pubblico. Parliamo dei cosiddetti ‘anni perduti’ privi di eventi degni di nota e, per questo, non narrati nei Vangeli. Il racconto delle tentazioni si colloca subito dopo il Battesimo nel Giordano per mano di Giovanni Battista e descrive il ritiro di Gesù nel Deserto della Giudea per quaranta giorni, un periodo di digiuno e preghiera durante il quale affronta le tentazioni di Satana. Si tratta di un racconto soprattutto simbolico, come vedremo.

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L’episodio è narrato nei Vangeli sinottici (Matteo 4,1-11; Marco 1,12-13; Luca 4,1-13), con alcune differenze. Matteo e Luca riportano dettagliatamente le tre tentazioni simboliche, mentre Marco accenna brevemente a questa esperienza, senza approfondire i dettagli delle tentazioni.
L’evangelista Giovanni, invece, non menziona affatto questo episodio. Secondo Giovanni, immediatamente dopo il Battesimo Gesù viene visto ancora da Giovanni il Battista presso il fiume Giordano, mentre tre giorni dopo era già in Galilea, a Cana, dove compì il suo primo segno miracoloso trasformando l’acqua in vino durante la famosa festa di nozze (Giovanni 2,1-11).

Questa divergenza tra i Sinottici e il Vangelo di Giovanni riflette non solo diverse scelte narrative, ma anche differenti prospettive teologiche.
Nei Sinottici, le tentazioni nel deserto rappresentano una prova significativa per la missione messianica di Gesù, un momento di confronto tra il bene e il male in vista del Suo ministero.
Il Vangelo di Giovanni, invece, pone l’accento sull’identità profonda di Gesù, che è uomo, capace di provare sentimenti ed emozioni umane, ma anche Logos divino, l’incarnazione della Parola eterna di Dio. In questa prospettiva, ogni episodio della Sua vita terrena è intesa come una manifestazione concreta della volontà divina, un incontro tra il trascendente e l’umano.

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Quali sono le tre tentazioni di Gesù nel deserto?

Le tre tentazioni raccontate nei Vangeli sinottici, seppur con alcune differenze, sono:

La Tentazione del Pane

Dopo quaranta giorni di digiuno, il diavolo si avvicina a Gesù e gli propone di trasformare le pietre in pane per soddisfare la sua fame.

La Tentazione della Presunzione

Il diavolo porta Gesù sul pinnacolo del Tempio di Gerusalemme e lo invita a gettarsi giù, sostenendo che gli angeli lo proteggeranno.

La Tentazione del Potere e della Gloria

Infine, il diavolo mostra a Gesù tutti i regni del mondo e offre loro in cambio della sua adorazione.

Come risponde Gesù alle tentazioni?

Alla prima tentazione Gesù risponde citando le Scritture (Deuteronomio 8,3): “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Matteo 4:3-4).

Alla seconda tentazione Gesù ribatte: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo” (Matteo 4:5-7).

Alla terza tentazione Gesù risponde con fermezza: “Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto” (Matteo 4:8-10).

Cosa rappresentano le tre tentazioni di Gesù?

Le tentazioni di Gesù anticipano in buona parte il Suo ministero, definendo in modo chiaro il ruolo messianico e la totale obbedienza a Dio che Lui incarnerà. Proprio perché si pongono subito dopo il Battesimo, confermano l’identità di Gesù come Figlio di Dio e Messia e mostrano fin da subito la Sua determinazione a non usare la potenza divina per scopi egoistici o terreni.
Le risposte di Gesù a Satana evidenziano la Sua fedeltà assoluta al Padre e il Suo ruolo come nuovo Adamo, che resiste alla tentazione, in contrasto con il primo Adamo che cedette.
Le tentazioni simboleggiano il conflitto tra bene e male. La resistenza di Gesù anticipa la Sua vittoria finale attraverso la Passione e la morte, massima espressione di obbedienza e amore per il Padre.

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L’episodio delle tentazioni di Gesù è importante per noi perché ci mostra quanto il nostro Salvatore abbia sperimentato la nostra stessa umanità, affrontando sfide che, in forme diverse, toccano anche la nostra vita quotidiana. Questo racconto ci spinge a riflettere sulle nostre scelte quotidiane e sull’impegno costante nel dare ordine alla nostra vita. Le tentazioni affrontate da Gesù nel deserto sono simbolicamente le stesse che sfidano ciascuno di noi, e comprenderle di avvicina un po’ di più a Lui. L’esempio di Gesù ci invita a scegliere consapevolmente come vivere e come orientare il nostro cammino verso il bene.

Come dicevamo, il racconto non è storico, ma simbolico, non dissimile da altri episodi presenti nella tradizione mitologica della “tentazione dell’uomo santo”, relativi a figure religiose come Buddha e Zarathustra. I 40 giorni nel deserto richiamano i 40 anni del popolo ebraico nel deserto e i 40 giorni di Mosè sul monte Sinai. Lo stesso deserto, luogo di privazione e solitudine, rappresenta l’avvicinamento a Dio e la lotta contro il male.

Nel corso dei secoli molti studiosi ed esegeti hanno dato diverse interpretazioni di queste tre tentazioni, che possiamo riassumere così:

La prima tentazione riguarda i piaceri materiali e i bisogni carnali, nonché la relazione con noi stessi e con le cose: il diavolo invita Gesù a trasformare le pietre in pane, suggerendo che la Sua potenza divina dovrebbe essere usata per il proprio beneficio. La risposta di Gesù indica che la vita non si basa solo su beni materiali, ma sulla parola di Dio, evidenziando l’importanza della spiritualità rispetto alle necessità fisiche. Ci mostra che i beni materiali non possono colmare il senso della nostra esistenza e ci invita a riconoscere che la vera pienezza non viene dal possesso, ma da una vita ricca di significato.

La seconda tentazione riguarda la relazione con Dio, suggerendo un approccio magico alla fede: Satana insinua il dubbio e sfida la nostra fede, proponendo l’idea di un Dio al nostro servizio, pronto a compiere miracoli su richiesta. Non è così. Un rapporto autentico con Dio non deve essere fondato sul controllo o sull’egoismo, ma sulla fiducia e sull’abbandono al Suo volere. Il diavolo sfida Gesù a dimostrare la Sua divinità gettandosi dal Tempio. La risposta di Gesù sottolinea che non si deve mettere alla prova Dio, ed evidenzia l’importanza della fiducia in Lui senza cercare prove spettacolari.

La terza tentazione riguarda l’aspirazione al potere e alla gloria terrena: solo Dio merita adorazione e che il vero potere non deriva dall’autorità terrena, ma dalla fedeltà a Dio. Questa tentazione mette in luce il conflitto tra i valori del regno di Dio e quelli del mondo.