L’Ottava di Pasqua: otto giorni di intensa celebrazione in cui la Chiesa vive la gioia pasquale come un’unica grande solennità
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L’Ottava di Pasqua è il periodo di otto giorni che inizia con la Domenica di Pasqua e si conclude la domenica successiva, chiamata Domenica in Albis o, più recentemente, Domenica della Divina Misericordia.
Il termine ottava deriva dal latino octava dies, che significa ottavo giorno. Nella tradizione cristiana, questo periodo viene considerato come un’unica grande celebrazione, un prolungamento della gioia pasquale, che segue il Trionfo di Cristo nella Domenica di Resurrezione, quella che tutti conosciamo come Pasqua.
Domenica in Albis: cosa si ricorda e qual è il significato religioso di questa giornata
La celebrazione della Domenica in albis unisce riti antichissimi…
Durante questi otto giorni, la liturgia mantiene lo stesso carattere festivo della Domenica di Resurrezione. Ogni giorno viene celebrato come se fosse ancora Pasqua, sottolineando l’importanza centrale che la resurrezione di Cristo riveste per la fede cristiana. Non si tratta semplicemente di un’estensione della festa, ma di un tempo necessario per assimilare e contemplare il mistero pasquale nella sua pienezza. Del resto sarebbe riduttivo circoscrivere l’evento più importante del Calendario liturgico a un’unica, seppur intensa, giornata di festa!
La liturgia dell’Ottava di Pasqua è caratterizzata dal colore bianco, simbolo di festa, luce e purezza. Il canto del Gloria e dell’Alleluia, omesso durante la Quaresima, risuona quotidianamente. Nelle chiese, il cero pasquale rimane acceso come simbolo di Cristo risorto, luce del mondo. Ogni giorno ha una celebrazione liturgica particolare e letture bibliche specifiche, che raccontano le apparizioni di Gesù risorto ai suoi discepoli. Si leggono i racconti delle apparizioni alla Maddalena, ai discepoli di Emmaus, a Tommaso e agli altri apostoli, evocando un percorso narrativo che aiuta i fedeli a rivivere l’esperienza della prima comunità cristiana.

Dell’Ottava di Pasqua fa parte anche il Lunedì dell’Angelo (o Pasquetta), il giorno immediatamente successivo alla domenica di Pasqua, che commemora l’incontro dell’angelo con le donne che si recarono al sepolcro di Gesù e trovarono la tomba vuota.
Questa celebrazione estesa ci ricorda che la Pasqua non è un momento isolato, ma un mistero così grande da richiedere tempo per essere contemplato e vissuto nella sua pienezza. L’Ottava di Pasqua è dunque un invito a prolungare la gioia pasquale e a portarla nella vita di tutti i giorni, facendo dell’esistenza quotidiana un riflesso della luce del Risorto.
Cosa vuol dire Ottava di Pasqua
L’usanza di celebrare le ottave ha origini antichissime. Già nell’Antico Testamento, alcune festività ebraiche venivano celebrate per otto giorni, come la festa delle Capanne, o Sukkot. Questa tradizione ebraica commemora il viaggio del popolo d’Israele nel deserto verso la Terra Promessa, quando vivevano in capanne temporanee (sukah, al plurale sukoth). Durante il Sukkot, gli ebrei si recavano in pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme portando un mazzetto rituale composto da quattro piante diverse: palma, cedro, rami di mirto e di salice, legati insieme con canapa. La Festa delle Capanne dura otto giorni perché commemora gli otto giorni necessari per la consacrazione del Tempio di Salomone, ma anche idealmente il tempo necessario per i pellegrini provenienti da varie parti della terra d’Israele per raggiungere il Tempio di Gerusalemme. Questa tradizione è stata in parte assimilata nella celebrazione cristiana della Domenica delle Palme, in particolare per l’elemento dei rami benedetti come simbolo di fede.
La Chiesa cristiana primitiva adottò questa struttura, applicandola alle sue celebrazioni principali, in particolare alla Pasqua, al Natale e alla Pentecoste, creando periodi di festa estesi che permettevano di approfondire il significato spirituale di questi eventi fondamentali della fede.
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Fra l’Ottava di Pasqua è un termine della terminologia liturgica tradizionale latina che significa letteralmente “dentro l’ottava” o “durante l’ottava”. Infra octava Paschae è l’espressione latina che corrisponde all’italiano Fra l’Ottava di Pasqua. Questa espressione viene utilizzata nei testi liturgici tradizionali, come nel Messale Romano in latino, per indicare le celebrazioni che avvengono durante questo periodo pasquale. Prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, questa terminologia era molto più comune nei calendari e nei testi liturgici della Chiesa Cattolica.
Quando finisce l’Ottava di Pasqua
La domenica che conclude l’Ottava di Pasqua è chiamata Domenica in Albis o, più recentemente, Domenica della Divina Misericordia. Quest’ultima definizione venne introdotta dopo la canonizzazione di Maria Faustina Kowalska, che promulgò il culto della Divina Misericordia. Gesù le apparve nella sua cella vestito di bianco, con una mano alzata in benedizione e l’altra posata sul petto, dalla quale fuoriuscivano due raggi splendenti, uno pallido e l’altro rosso. Il Cristo le chiese di rappresentarlo così e di fare in modo che quell’immagine venisse venerata in tutto il mondo. In particolare chiese che l’immagine venisse benedetta la prima domenica dopo la Pasqua. Papa Giovanni Paolo II, canonizzata Faustina, decretò che la Festa della Divina Misericordia venisse celebrata ogni anno in quella data.
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Secondo i Vangeli, in particolare quello di Giovanni (Gv 20:19-31), Gesù apparve ai suoi discepoli la sera del giorno stesso della Risurrezione (la domenica di Pasqua) e poi nuovamente otto giorni dopo, quando era presente anche Tommaso che era assente la prima volta.
Questa seconda apparizione, avvenuta otto giorni dopo la Risurrezione, corrisponde proprio a quella che oggi chiamiamo Domenica in Albis, l’ottavo giorno che conclude l’Ottava di Pasqua. Durante questa apparizione, Gesù invitò Tommaso, che aveva dubitato della Risurrezione, a mettere il dito nelle sue piaghe e la mano nel suo costato, al che Tommaso rispose con la celebre professione di fede: “Mio Signore e mio Dio!”
Sant’Agostino parlava dei giorni dell’ottava dei bambini, riferendosi ai neofiti, i nuovi cristiani. I Catecumeni, ovvero gli adulti che desideravano ottenere il Battesimo, venivano battezzati durante la Veglia Pasquale e dopo il battesimo dovevano indossare una tunica bianca (alba in latino), simbolo della nuova vita in Cristo e della purezza acquisita con il sacramento. Questi nuovi cristiani continuavano a indossare queste vesti bianche per tutta la settimana successiva alla Pasqua, cioè durante l’intera Ottava di Pasqua. La denominazione completa della domenica che conclude l’Ottava di Pasqua, Domenica in Albis (domenica in bianco), sarebbe dunque Domenica in albis vestibus depositis, che significa “la domenica in cui le bianche vesti vengono deposte”.
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L’Ottava di Pasqua e il tempo di Pasqua
Abbiamo già visto che l’Ottava di Pasqua indica la prima settimana dopo la Domenica di Resurrezione.
Il Tempo di Pasqua è invece un periodo di cinquanta giorni, che comprendono l’Ottava di Pasqua e proseguono fino alla Pentecoste. Questo periodo, chiamato anche Tempo Pasquale, o Cinquantina Pasquale, è considerato come un unico grande giorno di festa che celebra la Risurrezione di Cristo e l’effusione dello Spirito Santo.
Questo periodo è fondamentale per i cristiani, perché permette loro di penetrare più profondamente nel mistero della resurrezione di Gesù Cristo. Le celebrazioni liturgiche sono caratterizzate da un tono festivo, le letture della Messa includono passaggi dagli Atti degli Apostoli e dai Vangeli, con particolare enfasi sui racconti pasquali e sui discorsi di Gesù nel Vangelo di Giovanni. L’Angelus viene sostituito dal Regina Coeli e ogni domenica celebra nuovamente la domenica di Resurrezione.
Oltre all’Ottava di Pasqua, il Tempo di Pasqua include anche l’Ascensione del Signore (40 giorni dopo la Pasqua) e come già accennato la Pentecoste (50 giorni dopo la Pasqua).
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