Festa di San Firmino a Pamplona: tradizione, adrenalina e fede in un evento unico. Come nasce una delle feste più famose al mondo
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La Festa di San Firmino a Pamplona non è una semplice festa religiosa. Essa nasce dalla volontà dei pamplonesi di riunire e rimescolare diverse tradizioni e celebrazioni, tra sacro e profano, in un’unica grande festa divenuta famosissima in tutto il mondo. Da un lato c’è la volontà di omaggiare San Firmino, co-patrono di Navarra, che gli abitanti di Pamplona hanno voluto ‘adottare’ come co-patrono. Infatti la memoria liturgica del vero patrono di Pamplona, San Saturnino, cade il 29 di novembre, giorno autunnale poco adatto alle grandi celebrazioni e alle fiere, come invece è il 7 luglio, giorno di San Firmino, appunto.
Ma la Festa di San Firmino a Pamplona, con la sua spettacolare e controversa corsa dei tori, richiama anche la tradizione della Corrida, la tauromachia tuttora praticata in Spagna e in molti paesi dell’America Latina. Oggi la Festa di San Firmino è conosciuta a livello mondiale proprio per questa spettacolare corsa, uno degli eventi più iconici e discussi della Spagna. Ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo, desiderosi di vivere un’esperienza unica e immersiva, accorrono in città per prendere parte alle celebrazioni.
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Ma in cosa consiste realmente questa festa? Quali sono le sue origini e quali riti la caratterizzano? Scopriamolo insieme.
Origini della Festa di San Firmino
La festa è dedicata a San Firmino di Navarra, ovvero San Firmino di Amiens, che a Pamplona nacque nel III secolo d.C., e fu il primo vescovo di Amiens. Venne decapitato in nome della sua fede e divenne Santo e co-patrono di Navarra. Le celebrazioni in suo onore risalgono al Medioevo, anche se la forma moderna della festa si è sviluppata nel corso dei secoli.
La festa di San Firmino a Pamplona nasce come fiera commerciale. Si trattava di occasioni di incontro per mercanti e allevatori, durante le quali si facevano affari e, inevitabilmente, si trovava il modo di festeggiare insieme. Feste secolari, dunque, che tuttavia finivano col coincidere e mescolarsi con le feste religiose cristiane, a loro volta derivate dalle antiche usanze pagane. Un esempio è la Festa di San Giovanni, tra il 23 e 24 giugno, data del solstizio d’estate, un tempo teatro di antichi riti dedicati al Sole, oltre che di tradizioni magiche, ma anche festa d’estate.
Verso la fine del XVI secolo, tradizioni pagane, fiere commerciali e feste religiose si unirono in quella che noi oggi conosciamo come la Festa di San Firmino a Pamplona, che inglobò anche un’ulteriore festa di sette giorni in onore del re Carlo il Bello, Re di Navarra e poi di Francia.
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La prima Festa di San Firmino a Pamplona documentata è il 7 luglio del 1591, e già includeva, oltre a tornei, rappresentazioni teatrali e danze in piazza, una Corrida.
Ernest Hemingway, nel suo romanzo Fiesta (The Sun Also Rises), ha parlato della Festa di San Firmino a Pamplona, rendendola celebre in tutto il mondo.
In cosa consiste la Festa
La festa di San Firmino si svolge ogni anno dal 6 al 14 luglio. È un periodo di intensa attività, caratterizzato da celebrazioni religiose, eventi culturali e divertimenti vari. Il momento clou della festa è senza dubbio la famosa Corsa dei tori di Pamplona, ma ci sono molti altri riti e tradizioni che meritano attenzione.
Rispetto alle origini medievali, per molto tempo la festa è rimasta pressoché invariata, mescolando celebrazioni popolari ed elementi religiosi. Questi ultimi si sono andati perdendo a partire dal 1950, quando l’aumento del tenore di vita e le evoluzioni storiche e sociali, portarono a una preponderanza degli aspetti spettacolari e profani.
Ma resta ancora importante la Processione in onore di San Firmino, l’Agur jaunak, canto tradizionale basco, intonato davanti alla chiesa dove si dice che il Santo fu battezzato, e altre suggestive tradizioni religiose.
La festa nel tempo si è arricchita di nuove tradizioni, come la Mascherata dei Giganti e dei Testoni, nella quale vengono fatti sfilare quattro coppie di giganteschi simulacri che formano una corte di re, scortati da altri giganti che rappresentano l’autorità locale.
Nel XX secolo viene introdotto il Riau-Riau, canto sulle note del Valzer del musicista locale Miguel Astrái, che accompagna i vespri del Santo.
Anche lo scoppio di razzi e mortaretti (il chupinazo), fanno parte della festa.
La corsa dei tori di Pamplona
La corsa dei tori è sicuramente l’evento più famoso della festa. Tradizionalmente l’encierro (“chiusura”), è una delle fasi della corrida in Spagna, ovvero il momento in cui i tori vengono trasferiti dal recinto in cui sono tenuti fino all’arena. A Pamplona, l’encierro diventa un momento di spettacolo popolare. Ogni mattina, dal 7 al 14 luglio, centinaia di persone corrono davanti a sei tori e otto buoi lungo un percorso di circa 850 metri, che parte dalla salita di Santo Domingo e termina nell’arena della Corrida. La corsa, pur essendo molto pericolosa, attira numerosi partecipanti e spettatori da tutto il mondo, desiderosi di provare l’adrenalina di questa esperienza unica. Per partecipare all’encierro basta aver compiuto 18 anni ed entrare nel percorso recintato che sarà percorso dai tori. Tra le 2.000 e le 3.500 persone prendono parte in ogni giorno della festa.
Al termine della corsa, i tori partecipano alla Corrida, una tradizione che, seppur controversa, è profondamente radicata nella cultura spagnola.
Aspetti religiosi della Festa
Nonostante l’aspetto festivo e spettacolare, la festa di San Firmino ha anche una forte componente religiosa. La Processione di San Firmino rappresenta il cuore spirituale della festa. Si tiene il 7 luglio, e migliaia di persone partecipano accompagnando l’immagine del Santo con canti e preghiere. Durante i giorni di celebrazione, molti partecipanti indossano il tradizionale costume bianco con una fascia e un fazzoletto rossi, simbolo del martirio di San Firmino. Questo abbigliamento è un segno di rispetto e devozione verso il santo.
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